05 giugno 2018 14:26

La maestra di mio figlio manda foto della classe sul nostro gruppo WhatsApp. A me piacciono molto ma per mio marito sono al limite del voyeurismo. Tu che ne pensi? –Diletta

Mentre scrivo ho accanto il telefono che trilla senza sosta. Mia figlia è partita per il campo scuola e le insegnanti stanno mandando aggiornamenti in diretta ai genitori. E allora c’è chi si preoccupa perché non trova il figlio nelle foto, chi lo becca senza giacca o perfino chi, come me, vedendo la figlia con un’espressione seria conclude: “Ecco, non si sta divertendo”.

Le maestre che si prendono la briga di mandare foto ai genitori mostrano una grande tenerezza nei nostri confronti, ma vorrei condividere un post della mia amica Viola che mi ha fatto riflettere: “I bambini sono a una festa al bioparco. Sono affidati a degli animatori dalle 10.30 alle 13. È una formula carina, ho pensato, un momento loro. Verso le 11.30 sono cominciate ad arrivare foto dai vari genitori presenti, e via via sempre più notifiche nella chat di classe. Sono foto carine, certo. Un gruppo di ragazzini scalmanati e sorridenti. E forse sono una guastafeste, ma mi sembra di spiarli, di posare lo sguardo dove non era previsto e non è necessario né gradito. Penso che dovremmo imparare a lasciare loro più spazio, a fidarci del pensiero che stanno bene e si divertono anche senza vederlo. Accontentarci del racconto se ce lo vorranno fare, della risposta laconica, se pure ce la daranno. Lasciare uno spazio misurato, protetto, ma senza controllo. Noi senza di loro e loro senza di noi”.

Questa rubrica è uscita il 25 maggio 2018 nel numero 1258 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati

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