01 ottobre 2018 16:17

Anche se ci vogliamo ancora bene, io e mio marito abbiamo deciso di separarci. Ma io non riesco a trovare il coraggio di mandare all’aria la mia famiglia.–Lalla

La separazione è un’esperienza devastante. Hai l’impressione che, dopo aver passato la vita a costruire una casa con amore, ora la stai prendendo a picconate, buttandola giù mattone per mattone. E ci sono momenti in cui fa talmente male che ti chiedi se ne vale veramente la pena. Io mi sono separato da un marito a cui voglio molto bene ma con cui, dopo circa vent’anni, non c’era più un rapporto di coppia. Avremmo potuto continuare con una convivenza pacifica per non turbare la vita di nessuno, ma c’è qualcosa di più importante che dobbiamo ai nostri figli: l’onestà emotiva. Anche quando richiede fatica e coraggio. Perché siamo soprattutto noi genitori, con il nostro esempio, a insegnargli cos’è l’amore, cos’è la coppia e cos’è la famiglia. I miei figli sanno che, anche se noi papà non siamo più legati in modo romantico, restiamo una famiglia unita.

Non è stata una fine quindi, ma un’evoluzione: abbiamo adattato l’assetto familiare alla nuova situazione sentimentale di noi genitori. Quando è entrato in scena il mio nuovo compagno, poi, mentre tutti temevano che questo potesse destabilizzare ulteriormente i bambini, loro sono stati genuinamente contenti per me e, anzi, si sono preoccupati che l’altro papà fosse ancora single. I figli vogliono che nella loro famiglia regni l’affetto e il rispetto, ma per il resto sono felici quando siamo felici noi.

Questa rubrica è uscita il 28 settembre 2018 nel numero 1275 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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