08 luglio 2019 15:10

I miei genitori si sono separati quando avevo tre anni. Da ragazzino ho giocato a calcio e mio padre – appassionato di calcio – non è mai venuto a vedere una partita. Per me la sua è totale mancanza d’amore per il figlio e c’è poco da perdonare. Tu cosa ne pensi?–Alessandro

Pochi giorni fa un’amica giornalista di moda mi raccontava che le sue colleghe, una volta diventate madri, spostano la loro passione per le scarpe firmate ai passeggini di marca: “Non mi pare che la maternità le renda molto diverse. Prima erano donne fashion victim e poi diventano madri fashion victim”. Questo corrisponde all’idea che mi sono fatto anch’io: diventare genitore non ti rende una persona diversa.

L’esperienza di avere un figlio ti obbliga a fare appello alla parte migliore della tua personalità, al tuo senso di responsabilità, di tenerezza, altruismo, eccetera. Ma le persone con forti limiti nella sfera emotiva non diventano magicamente capaci di prendersi cura di qualcun altro solo perché sono genitori. Restano le stesse, con il loro bagaglio di pregi e difetti. Tuo padre sembra una di quelle persone incapaci di mettere gli altri davanti a se stessi. Non è riuscito a essere un buon papà perché è come se non fosse programmato per esserlo. Ma anche se per te è doloroso – e probabilmente dovrai elaborare il danno – ti consiglio di non abbandonarti al rancore, perché ti può logorare. Come dici tu, non c’è molto da perdonare: la cosa più sana da fare, invece, è accettarlo per quello che è. Perché lui era già così prima che arrivassi tu.

Questo articolo è uscito sul numero 1314 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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