19 giugno 2020 15:06

Una cara amica vuole provare ad avere un figlio e io mi sono ritrovata a sperare segretamente che non ci riesca perché, per una serie di motivi, temo che sarebbe una madre disastrosa. È sbagliato credere di sapere chi dovrebbe avere figli e chi no? –Manuela

Anni fa mi scrisse una coppia di donne che aveva deciso di avere un figlio. Erano convinte di voler trovare un donatore conosciuto, perché ritenevano fosse giusto per il nascituro poter sapere chi era il padre biologico, e avevano anche individuato il candidato perfetto: il loro vicino di casa. Il ragazzo era simpatico, aitante ed entusiasta all’idea di aiutarle, ma aveva posto una piccola condizione: che nessuno dicesse nulla a sua moglie e ai suoi figli. Sono rimasto di sasso: l’idea di questo bambino che aveva un padre segreto dall’altra parte del pianerottolo mi sembrava la premessa perfetta per una tragedia. E quindi anch’io mi sono ritrovato a sperare che le due aspiranti mamme non riuscissero nell’intento. Non solo con il vicino di casa ma proprio in generale, perché la loro evidente mancanza di buonsenso mi faceva paura.

Ma è sbagliato, perché se decidessimo di entrare nel merito di chi può o non può fare figli, ci ritroveremmo in un terreno minato di giudizi e divieti. E poi non bisogna dimenticare che le persone dopo aver avuto un bambino a volte cambiano, diventano più responsabili e attente. Quindi anche la tua amica merita il beneficio del dubbio: nonostante tu abbia motivi fondati per preoccuparti, finché non sarà effettivamente una cattiva madre non devi trattarla come tale.

Questo articolo è uscito sul numero 1363 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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