30 aprile 2021 16:33

Ho un bimbo di 10 mesi e giorni fa il mio compagno mi dice: “Secondo me a te piacerebbe che fosse gay”. Gli ho risposto che ovviamente non m’importa, ma in fondo credo che abbia ragione. Il papà ha aggiunto: “Io non vorrei. Credo che per un gay sia difficile essere felice in un mondo così omofobo”. Cosa ne pensi?–Sara

La tua domanda è un concentrato di proiezioni in poche righe. Non fraintendermi, l’intera esperienza della genitorialità può essere considerata una unica, grande forma di proiezione: dall’attesa di scoprire il sesso del nascituro fino alla scelta del mestiere che farà da grande, noi genitori proprio non riusciamo a resistere alla tentazione d’immaginare – e forse in questo modo plasmare – il destino dei nostri figli. Ma poi la vita t’insegna che quei piccoli esserini si mettono su due gambe e vanno nella direzione che vogliono, a prescindere dalle nostre aspirazioni.

La vostra discussione sull’omosessualità, poi, mi sembra basata su un ragionamento fallace: essere gay non fa di te un predestinato e la tua felicità o la sua infelicità non dipenderanno certo da questo. Direi, quindi, che la tua speranza o la paura del tuo compagno non hanno granché senso. Se proprio volete proiettarvi verso qualcosa che gli renderà la vita più facile, vi consiglio di spostare l’obiettivo su voi stessi: cercate di immaginarvi come due genitori liberi da ambizioni e preconcetti. Perché niente fa crescere un ragazzo più sereno di genitori pronti a farsi sorprendere dalla persona che lui vorrà diventare.

Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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