28 maggio 2021 15:27

Siamo i genitori di due dolcissime gemelle omozigoti di sei mesi e già mi infastidisce chi parla di bambine identiche o, peggio, di cloni. C’è speranza di far capire agli altri che definirle “uguali” è riduttivo? –Nadia

Ho due figlie gemelle eterozigoti di 13 anni che si sono sempre somigliate poco: una ha i capelli ricci e l’altra lisci, una ha la carnagione chiarissima e l’altra più scura, hanno anche altezza e colore degli occhi diversi. Eppure per anni ho subìto l’inevitabile domanda: “Ma sono identiche?”. Io rispondevo “evidentemente no”, ma una volta un mio parente non mi ha creduto: “Ma sì che sono identiche”, ha detto alla moglie. “Solo che loro sono i genitori quindi le sanno distinguere”.

Questo aneddoto ti fa capire che sarà dura convincere il mondo che le tue figlie non sono uguali. Ma per fortuna il progresso scientifico gioca a tuo favore: uno studio uscito qualche mese fa su Nature Genetics ha rivelato che le differenze genetiche tra gemelli omozigoti sono molto più numerose di quanto si pensasse e si sviluppano prestissimo nei due embrioni. Visto che i gemelli omozigoti sono usati spesso nelle ricerche scientifiche per misurare l’impatto ambientale su due individui identici, si tratta di una scoperta molto importante nel mondo scientifico. Il neurologo islandese Kári Stefánsson, tra gli autori della ricerca, ha dichiarato: “Oggi sono sempre meno incline a definire identici dei gemelli omozigoti”. Ed è quello che puoi rispondere: scientificamente due persone identiche non esistono, le tue figlie si somigliano moltissimo ma non sono uguali.

Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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