09 luglio 2021 16:38

Sono la mamma di due bambini, uno di 5 mesi e l’altro di due anni. Ultimamente con il grande mi succede una cosa un po’ spiacevole: quando fa i capricci gli do le tottò al culetto. Ma poi mi pento. Anche i miei mi punivano quando mi comportavo male e sono stati ottimi genitori. Ma io sento di fare una cosa sbagliata. Tu che ne dici?–Rosanna

La maestra d’asilo delle mie figlie mi ha insegnato l’importanza di usare le parole giuste. Mi ha convinto che, nonostante non mi venisse naturale, era importante abituare i bambini a chiamare gli organi genitali con il loro nome. Niente farfalline, patatine o pisellini, ma vulva e pene. Non solo per non trasmettergli inutili imbarazzi quando si parla delle parti intime, ma anche perché, si è scoperto, i bambini che chiamano i genitali con il loro nome inibiscono gli approcci di natura pedofila, perché danno l’idea di essere meglio informati sulla sfera sessuale.

Ovviamente non voglio fare paralleli tra un abuso sessuale e il tuo comportamento, ma se invece di dire “do le tottò al culetto a mio figlio” dici “lo percuoto fisicamente”, ti renderai conto che è una cosa sbagliata. I genitori di oggi sono una generazione ponte che trova normale aver ricevuto schiaffi dai genitori e trova sbagliato dare schiaffi ai figli. Picchiare i bambini non è più accettabile. Non importa se le motivazioni sono diverse: frenare l’impulso di sfogare la rabbia con la violenza fisica è quello che ci rende civili e va instillato nei bambini fin da piccoli. Come fai a insegnare a un figlio a non alzare le mani sugli altri, se poi sei tu ad alzarle su di lui?

Questo articolo è uscito sul numero 1417 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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