23 aprile 2010 17:05

Scena 1 La campagna elettorale britannica è entrata nel vivo. Mentre cerco di evitare le polveri vulcaniche islandesi nel tentativo di tornare a casa da Roma – volo per Parigi, 400 euro, taxi fino a Boulogne e poi traghetto: solo 12 ore di ritardo – va in onda il primo dibattito tv tra i candidati premier. Appena sbarcato a Dover compro subito i giornali. Sono tutti d’accordo: il vincitore è stato il liberaldemocratico Nick Clegg.

Scena 2 L’ufficio del mio giornale, sabato sera. Arrivano i risultati dei sondaggi. Rimaniamo di sasso. L’impennata dei liberaldemocratici è impressionante. Secondo alcuni dati sono addirittura in testa. È come se la squadra di San Marino fosse la favorita ai mondiali di calcio.

Scena 3 Fortunatamente si parla poco degli estremisti di destra del British national party. Questo silenzio può essere legato al recente arresto di un dirigente del partito sospettato di aver tramato per uccidere il suo leader. È la conferma, forse, che il sostegno all’estrema destra dipende più da un certo gusto per la violenza che dalle idee.

Scena 4 Tornando a Londra dalla costa del sud, si notano molti poster elettorali nei pae­si di campagna. La maggior parte è dell’Ukip, il partito il cui slogan è: “Dite no all’Unione europea”. È curioso, dato che il settore agricolo è quello che più ha beneficiato dei fondi europei dall’ingresso della Gran Bretagna nell’Unione. La situazione si fa più interessante ogni giorno.

Internazionale, numero 843, 23 aprile 2010

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it