18 aprile 2018 15:40

Di Maio, voce di un foltissimo movimento di sinisdestra, ha di recente pronunciato una frase fino a qualche tempo fa politicamente folle: con la Lega o con il Pd, noi faremo comunque un bel contratto di governo. Vale a dire: se in tempi andati non si potevano mettere sullo stesso piano capra e cavoli, adesso la nostra stessa ibridazione dimostra che, a rigor di logica, si può fare, fino a quando non saremo maggioranza assoluta, un onesto accordo di governo indistintamente con la capra, con i cavoli e perfino con i lupi, se la fedina penale è pulita.

Di Maio ha vaticinato così per amore delle poltrone? Macché, lui sembra davvero candidamente convinto che tutti i soggetti politici, fatti fuori i criminali, siano ormai equivalenti. E forse ha le sue ragioni per crederci. La fine della distinzione tra destra e sinistra non è stata inventata dai cinquestelle. Hanno dato in molti, specie a sinistra, il loro pensoso contributo progettando un’Italia felice educatamente governata a fasi alterne da centrodestra e centrosinistra senza trascurare larghe intese. La sinisdestra teoricamente già c’era, i cinquestelle l’hanno solo trionfalmente incarnata. Sicché adesso chi si meraviglia più che Di Maio ritenga di poter far bene sia con la Lega sia con il Pd, anche se la prima è una pericolosa destra dalle fauci aguzze e il secondo un garbuglio che non sa più cos’è e si mette in pausa?

Questa rubrica è uscita il 13 aprile 2018 nel numero 1251 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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