27 aprile 2018 17:24

Si sa che oggi il verbo miracoloso è connettersi. La parola ha preso il volo grazie all’informatica, trascinandosi dietro i suoi vecchi significati più nobili, dalle connessioni matematiche a quelle giuridiche. Da qualche tempo però sta planando, vuole mescolarsi alla vita di tutti i giorni. I problemi di connessione abbondano: hanno a che fare con il wifi (“non si connette”), con la vita di coppia (“non siamo più connessi come una volta”), con quella politica (“non ci è riuscito di connetterci con le periferie”).

I politici del Pd, soprattutto, mentre in epoca renziana stavano di continuo a digitare su cellulari e tablet esibendo quanto erano ben connessi, ora si sono accorti che c’erano invece gravi problemi di connessione. Certo, reagiscono preparando appelli a esperti e tecnici perché li aiutino a riconnettersi. Ma non funziona, si sentono scarichi, molti vogliono chiudersi in convento per ricaricarsi e tornare connessi. Quanto ci vorrà? Mah, il tempo che ci vuole ci vuole. Tanto il paese, anche se vergognosamente solo pochi se ne sono accorti, l’hanno risanato e può aspettare.

Quando la destra salviniana si sarà mangiata non solo le ultime sacche berlusconiane ma soprattutto la destra dei cinquestelle, loro torneranno raggianti dal convento e metteranno su un wifi politico coi fiocchi. C’è chi sospetta che queste ex avanguardie della connessione permanente ormai sconnettano.

Questa rubrica è uscita il 20 aprile 2018 nel numero 1252 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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