31 luglio 2018 17:04

Pare che i sondaggi diano in straordinaria crescita il ministro Salvini e ben accetto il presidente Conte. È la realtà? Probabile. Ciò che è vero adesso, domani non lo sarà più? Mah. Certo, per ora, una parte cospicua di italiani pare attratta contemporaneamente sia dal vociare che dal sussurro. A questo tipo di concittadini non dispiace affatto che al ministero dell’interno ci sia un tipo bello grosso che si sente gladiatore, che vuole giocare al braccio di ferro tra insulti, sputi e sudore, che tira schiaffoni a tutti gli stranieri senza fare distinzione tra africani, maltesi, spagnoli, francesi, e che soprattutto intende difendere il bel paese – dando se necessario un’arma a ogni italiano e a ogni italiana – dai brutti ceffi che per ora siamo costretti a tenerci.

D’altra parte non dispiace nemmeno, a una buona metà di popolo, che a scambiare pacche sulle spalle e sorrisi e frivole parole nei grandi consessi del mondo ci vada un presidente del consiglio composto, che non esageri in giovialità o bullismo, che consenta e dissenta caso mai con una fine ironia, che non si dia troppe arie ma sembri un parente che fin da piccolo studiava molto e dava tante soddisfazioni a tutta la famiglia. Così siamo ancora una volta di fronte a un ossimoro. Mezzo paese vuole un urlo garbato, un insulto gentile, una brutalità commossa, un razzismo affettuoso. Anche se non è possibile.

Questa rubrica è uscita il 27 luglio 2018 nel numero 1266 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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