21 aprile 2015 10:08

Cambio di maggioranza in Finlandia, dopo le elezioni legislative del 19 aprile: il Partito di centro finlandese, all’opposizione, guidato dall’ex imprenditore Juha Sipilä (54 anni), ha ottenuto il 21,2 per cento dei voti (49 seggi su 200), mentre il Partito di coalizione nazionale del dinamico premier Alexander Stubb ha ottenuto il 18,2 per cento (37 seggi). I Veri finlandesi, il partito populista antimmigrati ed euroscettico di Timo Soini ha ottenuto il 17,6 per cento dei voti ma, con 38 seggi, è il secondo partito in termini di parlamentari. I Socialdemocratici di Antti Rinne hanno ottenuto il 16,5 per cento dei voti (34 seggi), i Verdi l’8,53 per cento (15 seggi) e l’Alleanza di sinistra il 7,14 per cento (12 seggi).

La campagna era incentrata sulle questioni economiche: dopo due anni di stagnazione, l’economia è andata in recessione nel 2014 e Stubb, la cui coalizione ha perso diversi pezzi nell’ultimo anno, non è riuscito a rilanciare l’occupazione, mentre il 9,2 per cento dei finlandesi in età da lavoro è senza un impiego. Sipilä per parte sua ha definito irrealisti i tagli al deficit dello stato proposti da Stubb – sei miliardi di euro in quattro anni – e ha promesso che creerà più di 200mila posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Le questioni “femminili”, come le ha definite il giornale Helsingin Sanomat – l’uguaglianza di genere nelle retribuzioni, i bambini e le cure per gli anziani o l’ambiente – sono state affrontate in modo marginale. Quanto alla sinistra, globalmente punita dal voto, “non è riuscita con le sue tematiche a intercettare il voto dei giovani”, andato invece a Verdi e Veri finlandesi, ritiene Aamulehti. “Una tendenza leggermente diversa da quella in corso nel resto d’Europa”.

Il risultato del voto, con tre dei quattro partiti principali che ottengono un numero di seggi più o meno simile, indica che tutte le ipotesi di coalizione sono aperte, anche se appare poco probabile che la Coalizione nazionale entri a farne parte. Questo vuol dire che i Veri finlandesi potrebbero per la prima volta entrare nel governo e Soini, cattolico in un paese protestante, potrebbe diventare ministro degli esteri, il suo sogno da sempre. E sarebbe in posizione di chiedere, come ha dichiarato in campagna elettorale che “la Finlandia rinegozi la sua adesione all’Unione europea”. Uno dei temi della campagna elettorale del premier britannico uscente David Cameron per le elezioni del 7 maggio.

A meno che Sipilä, che dovrebbe essere incaricato di formare l’esecutivo, non preferisca tentare di formare una coalizione con gli altri partiti, includendo anche gli sconfitti di Stubb. I Socialdemocratici, che pure hanno perso più seggi di tutti (8), hanno già fatto sapere di essere pronti a partecipare alla coalizione di governo.

Qualuque sia la maggioranza che uscirà dai negoziati in corso, “il nuovo governo e il nuovo parlamento dovranno prendere una serie di decisioni difficili e sgradevoli”, scrive a questo proposito Helsingin Sanomat: “Difficile, tra le altre cose, la riforma dei servizi sanitari e sociali, che il governo e il parlamento uscenti non hanno portato a compimento. Sgradevole sarà invece il proseguimento del risanamento del bilancio pubblico”.

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