23 agosto 2018 12:01

“Nel paese più ricco della storia dell’umanità potremmo permetterci di fare delle cose belle”. Alexandria Ocasio-Cortez è una giovane militante di sinistra che a giugno ha vinto a sorpresa le primarie del Partito democratico statunitense per il seggio alla camera del quattordicesimo distretto di New York. In queste settimane è diventata uno dei simboli della possibile rivincita dei progressisti americani.

Alla fine di luglio, parlando a una piccola folla venuta ad ascoltarla a San Francisco, Ocasio-Cortez ha ricordato quelle che dovrebbero essere le premesse fondamentali dei democratici: “Se chiedi alle persone di pagare le tasse, devi dargli qualcosa in cambio. E devi dargli quello che tutti vogliamo: istruzione gratuita e di qualità, sanità pubblica, alloggi popolari, assistenza all’infanzia, impieghi con stipendi dignitosi e pensioni decenti”.

Se, come sembra probabile, a novembre sarà eletta al congresso, Ocasio-Cortez potrà votare sulla proposta dell’amministrazione Trump di aumentare il budget militare per finanziare nuovi investimenti nel settore spaziale. Il 9 agosto, parlando a una platea di generali riuniti al Pentagono, il vicepresidente Mike Pence ha chiesto otto miliardi di dollari per creare una “forza militare dello spazio” e rafforzare la sicurezza spaziale degli Stati Uniti, giudicata insufficiente.

“Trentacinque anni dopo Ronald Reagan e il suo progetto di Guerre stellari, Donald Trump ha rimesso lo spazio al centro delle preoccupazioni strategiche americane”, ha scritto il 12 agosto il quotidiano francese Le Monde. Oggi le spese militari statunitensi sono di 597 miliardi di dollari all’anno: quasi il triplo di quelle cinesi, dieci volte superiori al budget militare russo, ed equivalenti al prodotto interno lordo dell’Austria e della Finlandia messe insieme. Quante cose belle si potrebbero fare con una cifra del genere.

Questa rubrica è uscita il 3 agosto 2018 nel numero 1270 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati

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