16 aprile 2017 16:01

Haruki Murakami, Il mestiere dello scrittore
Einaudi, 188 pagine, 18 euro

Il mestiere dello scrittore appartiene al genere dei manuali letterari scritti da grandi romanzieri, un tipo di libri in cui si trovano confessioni autobiografiche, consigli agli autori esordienti e, quando va bene, anche un’idea più generale di letteratura. Per Haruki Murakami un romanziere è “qualcuno che osa aver bisogno di qualcosa che non è necessario”, qualcuno che, non riuscendo a comunicare un’idea in modo semplice, comincia un lungo lavoro di ricerca di esempi, di stile e di strutture che lo portano a produrre una narrazione complessa in cui alla fine quell’idea iniziale compare mescolata con molti altri elementi.

A questo concetto di letteratura come sistema elaborato da una speciale categoria di persone, i romanzieri, rinviano le confessioni e i consigli che Murakami dispensa ai suoi appassionati lettori. Per esprimere quell’idea, spiega, occorre darsi una disciplina precisa, ma al tempo stesso non si deve scrivere quando non se ne ha voglia, ed è molto più importante la ricerca dell’originalità (e dunque lo stile e la scelta del punto di vista) rispetto alla materia di cui si tratta.

Da ogni pagina filtra il piacere che Murakami prova nello scrivere, nel darsi obiettivi sempre diversi ma ben definiti, e nel riuscire a realizzarli, come un bambino un po’ ossessivo ma simpatico.

Questa rubrica è stata pubblicata il 14 aprile 2017 a pagina 84 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it