Camille Kouchner
La familia grande
Seuil, 208 pagine, 18 euro
Da quando è uscito all’inizio di gennaio, questo libro è diventato rapidamente il più venduto in Francia, provocando da un lato un movimento di liberazione della parola delle vittime di incesto, dall’altro un’ondata di dimissioni da parte di chi era coinvolto o era al corrente dei fatti narrati. L’autrice, Camille Kouchner, racconta la storia della sua famiglia rivelando gli abusi sessuali commessi dal suo patrigno nei confronti di suo fratello gemello quando quest’ultimo era appena adolescente.
Lo stile incisivo e preciso fa capire bene il sentimento di colpevolezza che costringe al silenzio chi viene abusato da qualcuno di cui è abituato a fidarsi (come anche chi, all’interno della famiglia, è a conoscenza degli abusi ma non fa niente per impedirli) e, più in generale, il conflitto tra ferita e difficoltà di rinunciare all’amore che segna chi è vittima di incesto. Sullo sfondo del racconto, attraverso lo sguardo dei bambini, si coglie anche la trasformazione di una famiglia allargata della sinistra francese, dall’allegro clima rivoluzionario degli anni settanta al cupo riflusso e alla politica di compromesso del decennio successivo e, in questo quadro, l’incapacità degli adulti di assumersi le proprie responsabilità, che li spinge ad annegarsi nel lavoro, nella politica, quando non al suicidio. Così il libro supera la dimensione privata per terminare con un appello al diritto e alla giustizia come uniche azioni efficaci.
Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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