04 maggio 2021 17:01

Paolo Morando
Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri
Laterza, 375 pagine, 20 euro

Il nome di Eugenio Cefis, imprenditore che nel secondo dopoguerra guidò l’Eni e poi la Montedison, è legato a molti misteri irrisolti della storia italiana: la morte di Enrico Mattei, il sequestro e la sparizione di Mauro De Mauro, i tentativi di colpo di stato, la massoneria deviata e la morte di Pier Paolo Pasolini, che proprio a Cefis si era ispirato per il protagonista del romanzo Petrolio, rimasto incompiuto. Paolo Morando prende queste piste e ne districa i fili, finendo, nella maggior parte dei casi, per ridimensionare il ruolo di Cefis e soprattutto per separare storie che solo sulla base di ipotesi raramente verificate sono state collegate in un grande complotto.

Il libro, che si legge d’un fiato, restituisce due dati. Da un lato, se ne ricava la storia di un uomo che costruisce molte delle sue relazioni politiche durante la resistenza combattuta con i partigiani democristiani e che, usando queste relazioni, si trova ai vertici dell’economia italiana, pagando il sostegno dei politici e il consenso dei giornali, ma anche subendo pressioni e ricatti. Dall’altro emerge la tendenza longeva e condivisa da giornalisti, storici e più in generale dagli italiani, a non fermarsi a ciò che si riesce a capire dalle carte e dalle testimonianze, ma a produrre congetture più clamorose e incerte: una tendenza a cui questo libro, che pure fa rivelazioni importanti, si sottrae.

Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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