24 ottobre 2017 17:29

1. John Carpenter, Escape from New York
Ok, sarà da nerd anzianotti, ma piace che il regista quasi settantenne John Carpenter esca con Movie themes 1974-1988, un’antologia delle sue colonne sonore, e che giri pure un remake per YouTube di Christine. La macchina infernale. Le sue musiche per sintetizzatore – poche note, molto senso del dramma – reggono alla prova del tempo. C’è anche lo zampino di Ennio Morricone, che si esercitò sul minimalismo carpenteriano per La cosa. Ma vince sempre l’emozionante Fuga da New York, quella di Kurt Russell alias Jena Plissken.

2. Maiole, Music for Europe
Il cielo sopra e l’ambient in mezzo a Bruxelles, Milano, Bologna, Santa Maria Capua Vetere: punti cardinali di un giovane casertano che parla un suo linguaggio senza frontiere. Elettronica soft e rumori ambientali. Emoji sonori per una mescolanza mittelterronea. Music for Europe è anche il titolo dell’album di Maiole, come un Music for airports aggiornato ai tempi della Ryanair senza la personalità ingombrante di Brian Eno ma con facilità nell’assorbire jingle pubblicitari, musiche degli smartphone, techno da chillout. La muzak che gira intorno.

3. Ike, Flughafen Love
Ballata electrofunk sghemba e acchiappina, come se gli Ike fossero i nipoti dei Talking Heads o dei Tom Tom Club. Ma questa è vita, e opera, di un artista che rimedia un trombonista a Helsinki, una cantante a Belgrado e un bassista a Bassano del Grappa. Registra tra gli scantinati e le Skoda scassate degli amici, mixa all’aeroporto di Tegel o sul treno tra Belgrado e Sofia. L’artefice di questa musica è Isaac de Martin, angloitaliano che vede il mondo come il suo album Construction site, 42 minuti di musica assemblata in un anno di passione.

Questa rubrica è stata pubblicata il 20 ottobre 2017 a pagina 104 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it