30 ottobre 2019 17:22

1. Oliver Spalding, Xanax
Dolore sempre vivo? Per soffocarlo sotto un cuscino di farmaci e musiche per giorni crepuscolari ecco un cantante di Brighton con un falsetto d’angelo e un compare, Ed Tullett, che fa lacrimare i sintetizzatori, più qualche sezione archi raminga. Il suo album Novemberism, in uscita il 15 novembre, è una vera pacchia per lo spleen da buio alle cinque del pomeriggio. Ma in dirittura per Halloween ecco il singolo dal nome d’ansiolitico: è sound da pelle d’oca, per chi ama Antony & the Johnsons; un plaid di note avvolgenti per la stagione Bon Iver.

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2. The Niro feat. Gary Lucas, In the cantina
Come “whiskey sour” fa rima con “sorrow” così la figura-culto di Jeff Buckley, figo dalla voce strappacuore prematuramente scomparso, evoca ballate e storie struggenti. E gli sopravvive la bufala che Hallelujah sia sua e non di Leonard Cohen. Per ricordarlo in elegiache serate novembrine, l’italiano Davide Combusti, a suo agio con l’indie internazionale, si è accaparrato la chitarra di Buckley nel capolavoro (di 25 anni fa) Grace. E con Gary Lucas danno vita a un album di cover, compresi cinque inediti da far piangere facile.

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3. Succi, Grigia
Proprio ora che il fango ha fatto scempio di villaggi e campagne dell’alessandrino, ecco che affiora una canzone d’amore ispida, strana, che la vede grigia e parla di alluvioni che vanno e che vengono. Merito del monferrino Succi, militante avanguardista nascosto in tante incarnazioni, con o senza i suoi Bachi da pietra, dalle riletture hard di Paolo Conte al fiancheggiamento live di Afterhours e Massimo Volume. Ma è bene che ci metta il cognome, nell’album Carne cruda a colazione: è un titolo coraggioso, ma da quelle parti sai che fassona.

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Questo articolo è uscito sul numero 1330 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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