12 novembre 2018 11:48

Cento anni fa, la guerra si combatteva nelle trincee. Oggi, invece, si combatte dietro la tastiera di un computer. Dunque non è un caso se il 12 novembre a Parigi, proprio all’indomani della commemorazione della fine della grande guerra, si apre il Forum sulla governance di internet, un vertice annuale che si ripete dal 2006 e riunisce tutti i grandi attori mondiali del settore: governi, aziende private, società civili.

Aperta da Emmanuel Macron e dal segretario generale dell’Onu, António Guterres, l’edizione di quest’anno avrà come tema “la fiducia in internet”, l’elemento che più di ogni altro manca nell’universo online, trent’anni dopo la nascita del world wide web.

L’idealismo dei padri fondatori ha lasciato progressivamente spazio ai mercanti d’odio, ai manipolatori, al rischio di nuovi conflitti e agli attacchi degli hacker. Oggi internet racchiude le contraddizioni del mondo: è uno spazio libero per il sapere e lo scambio, ma anche un’universo fatto di scontri e rischi.

Due internet distinti e separati
Uno dei più grandi pericoli è sicuramente quello di una svolta autoritaria della tecnologia. Internet è stata governata fin dagli inizi da procedure chiamate “multi-attore”, secondo il gergo tecnico. In sostanza la definizione delle norme e del quadro di regole avviene con la collaborazione di tutte le parti coinvolte, compresi i privati e la società civile. Nessuno può imporre la sua legge sulla rete.

La Cina, diventata uno dei grandi giganti mondiali della tecnologia, ha una visione diversa e attribuisce allo stato un ruolo centrale nella regolamentazione, con l’inevitabile rischio di una censura. È quello che sta accadendo effettivamente a Pechino, dove il controllo su internet è più stretto rispetto a tutti gli altri paesi del mondo. La settimana scorsa, la Cina ha organizzato un vertice alternativo per promuovere il “modello cinese”.

Di questo passo potremmo ritrovarci con due internet distinte e separate, una aperta e l’altra chiusa, in contraddizione con il mondo senza barriere immaginato agli inizi.

L’altro rischio, più conosciuto, è quello derivante dall’immenso potere oggi in mano alle grandi aziende del settore, Google, Apple, Facebook e Amazon (le famigerate Gafa), investite in tempi recenti da un’ondata di critiche.

Per questo motivo Tim Berners-Lee, uno degli inventori del web, ha appena lanciato il progetto Inrupt, per decentralizzare il web e restituire agli utenti il controllo sui loro dati personali. L’analisi di Berners-Lee è senza appello: “Il web è diventato una macchina che produce ingiustizia e divisioni, influenzato da forze potenti che lo sfruttano per imporre la loro agenda”.

Usata da più di metà della popolazione mondiale, internet occupa ormai un posto troppo importante nelle nostre vite per essere lasciato in mano solo agli stati o alle forze del mercato. Questo dovrebbe essere il messaggio centrale del Forum di Parigi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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