20 ottobre 2022 10:08

La metafora desueta della “coppia” è perfettamente calzante rispetto ai rapporti franco-tedeschi degli ultimi decenni. Dunque quando un appuntamento viene annullato all’ultimo minuto è naturale preoccuparsi e chiedere se qualcosa non vada.

L’annullamento del consiglio dei ministri franco-tedesco che si sarebbe dovuto svolgere la prossima settimana, arrivato la sera del 19 ottobre, è un fatto assolutamente insolito, soprattutto considerando che l’incontro è stato rinviato addirittura all’inizio del 2023. Ufficialmente la causa è un problema di calendari, ma la notizia arriva in un contesto segnato da diversi disaccordi sull’energia e la difesa che nelle ultime settimane hanno avvelenato l’atmosfera tra Parigi e Berlino.

Fino a poco tempo fa fonti parigine attribuivano questi sussulti all’avvento di una nuova coalizione al potere a Berlino, composta da tre partiti che faticano a mettersi d’accordo, e al fatto che la Germania sia senz’altro il paese più destabilizzato dalla rottura con la Russia, a causa del gas ma anche, più in generale, sul piano della politica estera.

La cupola della discordia
L’annullamento dell’incontro dimostra che quella spiegazione non è sufficiente.
Sulle questioni legate alla difesa Parigi si preoccupa del fatto che la Germania stia prendendo decisioni che voltano le spalle alla logica europea. Non si tratta tanto della scelta di Berlino di acquistare aerei F35 statunitensi (vincolata al ruolo tedesco nella dissuasione nucleare) quanto dell’annuncio recente, da parte di 14 paesi europei (tra cui la Germania), dell’intenzione di acquistare il sistema antimissile israeliano Iron dome (cupola di ferro) anziché lavorare a un’opzione europea. La Francia si è rifiutata di partecipare a questa iniziativa.

Aggiungiamo a tutto questo le difficoltà dei due progetti militari franco-tedeschi, quello per il successore del Rafale e quello per il carro armato del futuro, ed è evidente che un settore chiave sia ormai in panne.

Viene da chiedersi se Parigi e Berlino condividano ancora una visione comune per l’Europa

Un altro grande tema è quello dell’energia, con uno scontro sul nucleare accentuato dalla presenza dei verdi nel governo tedesco e il fastidio manifestato da Berlino per il rifiuto francese di impegnarsi nel progetto di un gasdotto franco-spagnolo destinato alla Germania. Non tutti gli argomenti sono di grande portata, ma messi insieme hanno un peso.

Questa increspatura dei rapporti arriva nel momento sbagliato, in piena guerra ucraina e in una fase in cui sono attese decisioni al livello europeo, soprattutto in occasione del Consiglio europeo in programma per il 20 ottobre. Più in generale, viene da chiedersi se Parigi e Berlino condividano ancora una visione comune per l’Europa o se invece il loro rapporto consista solo in una serie di appuntamenti mancati.

In realtà bisogna valutare la portata dello shock che la guerra in Ucraina rappresenta per Parigi e Berlino. Il nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dovuto ambientarsi in un contesto strategico stravolto, e senza dubbio non ci è pienamente riuscito.

Inoltre Francia e Germania sono state criticate dai paesi del fianco orientale dell’Europa, delusi per l’eccessiva compiacenza del tandem franco-tedesco nei confronti della Russia di Putin e rassicurati più dal ritorno dell’ombrello statunitense che dalle profezie della difesa europea.

Insomma non è il momento adatto per un conflitto tra Germania e Francia. Ma forse era necessario manifestare il disaccordo per poterlo superare. Come in tutte le coppie.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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