08 settembre 2014 15:47

Negli ultimi giorni ho avuto la sgradevole sensazione di trovarmi davanti a una replica di quanto accaduto tra il 2001 e il 2003, quando gli Stati Uniti hanno lanciato la loro “guerra globale contro il terrorismo” per sconfiggere Al Qaeda. All’epoca gli Stati Uniti e il Regno Unito sferrarono un attacco in Iraq formando una “coalizione dei volenterosi”. Oggi, a più di dieci anni di distanza, ascoltiamo le stesse parole e osserviamo gli stessi movimenti militari da parte di Washington per rispondere alla minaccia dello Stato islamico.

Dopo essere stata per anni il bersaglio della guerra al terrorismo, una delle più costose operazioni militari di tutti i tempi, questa settimana Al Qaeda ha annunciato tramite il suo leader Ayman Zawahiri la creazione di un nuovo ramo dell’organizzazione in India, con l’obiettivo di purificare quella terra dai non musulmani in linea con la sua filosofia di combattere una jihad difensiva per preservare le società islamiche.

Mentre Londra e Washington rilanciano la guerra al terrorismo in Siria e Iraq per combattere lo Stato islamico riproponendo le stesse tattiche militari che non sono state in grado di sconfiggere l’estremismo islamico, Al Qaeda e le numerose organizzazione che ha ispirato continuano a proliferare.

Se il vicepresidente statunitense Joe Biden intende davvero dare la caccia allo Stato islamico “fino alle porte dell’inferno” (un fine lodevole) e Barack Obama vuole seriamente impiegare i prossimi anni a combattere l’organizzazione e i suoi derivati, forse qualcuno dovrebbe dire a questi uomini pieni di buone intenzioni che sarebbe meglio mettere in pausa il vecchio film della guerra al terrorismo e porsi una semplice domanda: possiamo analizzare onestamente il bilancio di questi anni in cui gli Stati Uniti e i loro alleati hanno attaccato costantemente Al Qaeda e soci in tutto il mondo, con il risultato che oggi questo genere di estremismo islamico si sta diffondendo nel mondo più velocemente dei fast food americani?

Per chiunque abbia l’onestà di guardare la realtà, il bilancio è abbastanza chiaro. I gruppi militanti salafiti, takfiri e jihadisti legati in qualche modo alla visione di Al Qaeda hanno messo radici in Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, Mali, Nigeria, Siria, Libia, Kenya, Tunisia e Iraq, accanto a decine di cellule minori e sacche di estremisti diffuse in tutto il mondo.

Cari Obama e Biden, caro David Cameron, primo ministro del Regno Unito, prima di lanciare un’altra guerra globale al terrore e un’altra coalizione di paesi per combattere lo Stato islamico, per favore tenete presente che negli ultimi anni la vostra guerra ha provocato la più grande espansione della militanza islamica e del terrorismo della storia moderna. Questo anche perché le vostre iniziative militari nei paesi islamici di solito li destabilizzano, permettendo ai vostri nemici di organizzarsi e mettere radici, e inoltre incentivano i giovani emarginati a dare un senso alla loro vita unendosi al jihad per salvare le società musulmane dalla vostra aggressione.

L’azione militare deve naturalmente avere un ruolo nell’attacco politico, economico e sociale contro gli estremisti e i terroristi come Al Qaeda e lo Stato islamico. Ma se in tutti questi anni le bombe non hanno fatto altro che rafforzare il controllo territoriale e il raggio d’azione di questi movimenti, non è forse arrivato il momento di riflettere in modo razionale per individuare le cause di questa minaccia, invece di riproporre la strategia fallimentare, immatura, militarista e nazionalista di George W. Bush, che ha soltanto sminuito i valori statunitensi? Quand’è che cominceremo a usare la logica? Quand’è che la maturità intellettuale prevarrà sull’impulsività dei politici che vogliono dimostrare di essere uomini sul palcoscenico mondiale?

Al Qaeda, lo Stato islamico e molti altri gruppi sono emersi da un processo storico in cui la brutalità e i fallimenti delle dittature arabe e asiatiche ha convissuto con la continua aggressione di statunitensi, occidentali, israeliani e russi in territori a maggioranza islamica. La guerra al terrorismo, con le sue invasioni, i cambi di regime e gli attacchi dei droni, non ha fatto altro che rafforzare il fenomeno di Al Qaeda e dello Stato islamico, perché la spinta dell’autoritarismo arabo e asiatico e dell’aggressione straniera sono rimaste inalterate.

Una “coalizione dei volenterosi” composta soprattutto di eserciti occidentali per distruggere altre terre arabe, con il sostegno delle dittature arabe e asiatiche nelle cui carceri è germogliato il seme di Al Qaeda negli anni ottanta, non è lo strumento giusto per combattere l’estremismo islamico. È semplicemente la stessa combinazione di fattori che lo ha creato e nutrito.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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