07 aprile 2023 16:57

È da poco uscito il libro Letizia, voluto e pubblicato dalla casa editrice Postcart, in cui Franco Zecchin ha raccolto una quarantina di immagini che ritraggono Letizia Battaglia, la fotografa, attivista e politica morta il 13 aprile 2022. Un regalo per i suoi ammiratori, piccolo nel formato ma dal grande valore.

Battaglia era chiassosa ed esuberante, Zecchin è più silenzioso e discreto. Per quasi vent’anni hanno lavorato fianco a fianco, hanno studiato fotografia e teatro, sono stati una coppia, eppure hanno mantenuto ognuno la propria personalità, il proprio sguardo e il modo di relazionarsi con le persone e le situazioni in cui si trovavano. Tutto questo a Palermo.

Con Marcella, nell’ospedale psichiatrico. Palermo, 1982. (Franco Zecchin)

“Le immagini che compongono questo volume ripercorrono momenti di vita privata e pubblica condivisi con Letizia tra la metà degli anni settanta e l’inizio degli anni novanta: il teatro, la musica, le attività all’ospedale psichiatrico, le amicizie, i festival, l’interesse per la creazione artistica contemporanea”, scrive Zecchin nell’introduzione del libro.

Il fotografo le ha selezionate dal suo archivio, a circa trent’anni di distanza da quando con Battaglia incontrarono contadine turche, musicisti rom, giardinieri di Palermo, viaggiarono con il fotografo e amico Josef Koudelka. Il filo conduttore seguito da Zecchin è stato l’entusiasmo e la fiducia negli altri di Battaglia, “una sorta di capacità mimetica” di condividere la condizione sociale delle persone che fotografava.

La pulizia della costa. Palermo, 1989. (Franco Zecchin)

Era sempre pronta ad agire, faceva volontariato, partecipava in prima persona nelle situazioni, spesso drammatiche, che incontrava. Questa passione la spinse a raccontare la Sicilia per il giornale L’Ora e per la stampa internazionale, trasformando l’isola in un simbolo dell’Italia. Inoltre fu in prima linea in situazioni, come gli omicidi mafiosi, in cui in quegli anni era insolito incontrare una donna fotoreporter. Fotografò i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Palermo, in cui negli anni ottanta insieme a Zecchin coordinava un laboratorio teatrale da cui nacquero due spettacoli, due film e alcune mostre, “con l’obiettivo di rendere quelle donne e quegli uomini protagonisti della loro vita”. E poi abbracciò l’impegno politico, quando, tra gli anni ottanta e novanta, diventò assessora comunale a Palermo e deputata regionale.

“Immaginava che sarebbe stato possibile modificare la situazione della città attraverso la politica. Allo stesso tempo, la sua relazione con il mondo passava attraverso un rapporto fisico con la realtà, come pulire il litorale o inaugurare giardini nelle periferie dismesse della città, a dimostrazione che era possibile cambiare ciò che appariva immutabile”, racconta Zecchin.

Al blocco della base Nato. Comiso (Ragusa), 1983. (Franco Zecchin)
Da sapere
L’impegno per il sud

Franco Zecchin è nato a Milano nel 1953 e negli anni settanta si è trasferito a Palermo, dove cominciò a lavorare come fotografo. Insieme a Letizia Battaglia ha fondato il primo centro culturale per la fotografia dell’Italia del sud e nel 1980 ha partecipato alla creazione del centro di documentazione contro la mafia intitolato a Peppino Impastato.


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it