03 luglio 2014 11:56

Un gruppo di migranti centroamericani minorenni cerca di raggiungere il confine tra Messico e Stati Uniti a bordo del treno merci La bestia, il 18 giugno 2014. (Jose de Jesus Cortes, Reuters/Contrasto)

Ogni anno un’ondata di migranti minorenni non accompagnati cerca di attraversare la frontiera tra Messico e Stati Uniti. Secondo le autorità di frontiera, da ottobre scorso sono arrivati negli Usa 52mila minori: un aumento del 92 per cento rispetto all’anno precedente.

Si tratta di bambini o ragazzini che affrontano da soli un viaggio lunghissimo, spesso a bordo del tren de la muerte, un treno merci che attraversa il Centroamerica fino al confine. Le vittime sono centinaia (morti o amputati) e chi riesce ad arrivare deve poi affrontare l’ultima tappa: l’attraversamento della frontiera. Le loro storie sono raccontare nel documentario [La bestia][1] di Pedro Ultreras.

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Chi sono questi minori e perché intraprendono un viaggio così pericoloso? Vengono soprattutto da Guatemala, El Salvador e Honduras e secondo alcuni studi non si tratta di migranti economici, ma sono in fuga dalla violenza dilagante nei loro paesi d’origine: sono profughi di un conflitto. Per metterli al sicuro, le loro famiglie ritengono di non avere altra scelta se non quella di spingerli a partire. Lo dimostra il confronto tra due mappe, praticamente sovrapponibili.

Ecco i luoghi da cui provengono i minori fermati dalla polizia statunitense nei primi cinque mesi del 2014:

(Fonte: dipartimento per la sicurezza nazionale)

Ed ecco una mappa che raffigura il tasso di omicidi nei vari paesi e regioni:

(Fonte: Diego Valle-Jones)

La dimensione del fenomeno (le normali strutture di accoglienza sono state sopraffatte e migliaia di bambini sono ora rinchiusi in centri di detenzione improvvisati) ha spinto Barack Obama a parlare di una emergenza umanitaria e a chiedere al congresso maggiori fondi per affrontarla.

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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