20 novembre 2016 13:05

Nella seconda settimana dall’ingresso delle truppe irachene a Mosul, l’esercito di Baghdad affronta i miliziani del gruppo Stato islamico (Is) strada per strada. L’avanzata è lenta perché è stata scoperta una rete di tunnel sotterranei costruiti dai jihadisti, che gli permettono di cogliere di sorpresa i soldati iracheni e i peshmerga curdi. Finora è stato liberato circa un terzo della parte orientale della città.

A ovest di Mosul, dopo giorni di scontri, le milizie sciite alleate con Baghdad hanno preso il controllo dell’aeroporto di Tal Afar. “Useremo l’aviazione per bloccare la strada che i jihadisti utilizzano per mantenere i contatti con la Siria”, ha dichiarato il comandante di queste milizie, Ahmad al Asadi. “Ma siamo costretti a combattere metro dopo metro per via dei cecchini e per salvare la vita dei civili che i terroristi usano come scudi umani”.

Finora sono almeno 57mila i civili che hanno dovuto lasciare le loro case a Mosul e nei villaggi circostanti per trasferirsi nelle aree passate sotto il controllo dell’esercito iracheno. Servono molti più campi d’accoglienza rispetto ai tre che sono stati allestiti, visto che si sta avvicinando l’inverno.

La situazione degli sfollati diventerà sempre più critica man mano che l’esercito si avvicinerà al centro della città. Il governo si aspetta che nelle prossime settimane saranno almeno mezzo milione i civili costretti a scappare dai combattimenti.

I comandanti militari sul campo chiedono invece ai civili di rimanere nei loro quartieri finché le loro truppe non avranno finito di stanare tutti i jihadisti. L’esercito iracheno segue una tattica che prevede di individuare in ogni quartiere i possibili cecchini e attentatori suicidi prima di entrare. Però in questo modo, come fanno notare alcuni commentatori, ci vorranno mesi, non settimane, per liberare l’intera città.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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