13 febbraio 2017 11:56

Io e tre miei amici abbiamo cercato di immaginare come si comporterà il presidente statunitense Donald Trump in relazione al Medio Oriente. Kawa Asaad, un attivista politico di 54 anni, pensa che “assisteremo presto a nuove guerre. La più vasta e sanguinosa sarà quella degli Stati Uniti, sostenuti dai loro alleati locali, contro l’Iran”. Asaad è convinto che ancora una volta il campo di battaglia sarà l’Iraq. Nel paese arriveranno nuovi rinforzi statunitensi, che avranno il compito di disarmare le milizie sciite e respingerle verso l’Iran o verso le città irachene da cui provengono. “La scintilla di questa nuova guerra sarà la liberazione di Mosul”, prevede Asaad.

“È ora di farla finita con il supplizio che stiamo vivendo”, ha replicato Qasim Hadi, un regista teatrale di 45 anni. Per l’Iraq “non c’è stato periodo peggiore degli anni immediatamente successivi alla primavera araba”. Hadi ha aggiunto: “Non mi fido dei politici demarcatici statunitensi come Barack Obama e Hillary Clinton. Non avete visto cos’hanno fatto alla regione? Dalla primavera araba sono passati sei anni e abbiamo visto il gruppo Stato islamico avanzare in tre paesi. Lasciamo che Trump prenda in mano la situazione. Almeno, a quel punto, sapremo chiaramente chi è il nostro nemico”.

Invece secondo Fawzi Taii, un poeta di 67 anni, Trump non sarà in grado di portare fino in fondo le sue minacce: “I suoi consiglieri lo aiuteranno a mantenere la calma e una certa dose di realismo prima di imbarcarsi in avventure pericolose. La regione è già un inferno a causa delle guerre per il petrolio. I suoi consiglieri sapranno spiegargli i rischi di un eventuale nuovo conflitto. Staremo a vedere”.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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