14 agosto 2017 12:57

In una notte, questa settimana, le forze di sicurezza ufficiali irachene hanno chiuso quaranta locali notturni, usando cemento e sigilli di ceralacca rossa con la semplice scritta “chiuso”.

Lo scorso luglio le forze di sicurezza avevano arrestato 163 gruppi criminali organizzati nella seconda città del paese, Bassora, nel sud, sede di molte milizie sciite. La maggior parte di questi gruppi è specializzata in rapimenti e rapine a mano armata. Ne farebbero parte, secondo i portavoce ufficiali delle forze armate, persone di meno di trent’anni e con precedenti penali.

La maggioranza di questi locali è concentrata nel centro di Baghdad e lungo le rive del fiume e hanno denominazioni come “club d’intrattenimento culturale” oppure “club d’intrattenimento mediatico”. I cittadini comuni avevano l’abitudine di passarci vicino chiedendosi cosa accadesse al loro interno e chi ne fossero i frequentatori.

Aria di nuove mafie irachene
Ma dal tipo di auto parcheggiate di fronte si rendevano conto che si trattava di luoghi molto ben protetti. Per curiosità mi sono arrischiato una volta a entrare in uno di questi locali, in compagnia di un giornalista esperto. La musica era molto alta e in scena si esibivano due giovani danzatrici del ventre, illuminate da riflettori.

Tutti ci guardavano stupiti, chiedendosi chi fossero quei due curiosi personaggi. Il mio amico mi ha implorato di andarcene il prima possibile. L’atmosfera che si respirava era quella delle nuove mafie irachene.

La maggior parte dei gruppi criminali s’incontrava e pianificava le proprie operazioni in questi luoghi fumosi e male illuminati.

Averne chiusi quaranta non è sufficiente. Un giornalista ne ha contati più di trecento, alcuni dei quali sprovvisti di targa con il nome all’ingresso. Nessuna istituzione ufficiale gli concede l’autorizzazione a svolgere le loro attività, ma questi locali aprono comunque e sono protetti dalle milizie, per le quali sono una delle principali fonti di finanziamento.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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