02 febbraio 2018 17:17

Per il secondo giorno le guardie del corpo del primo ministro Haider Al Abadi si sono sparpagliate attorno all’edificio del parlamento. Il premier deve presenziare a un importante incontro sul bilancio generale per quest’anno. Fino a oggi però non si è mai fatto vedere. Il parlamento non è un luogo amico per lui. La maggior parte dei parlamentari sostiene il suo avversario, l’ex primo ministro Nouri al Maliki. Al Abadi prima delle elezioni del 12 maggio dovrà affrontare tre importanti sfide.

Le cellule nascoste del gruppo Stato islamico (Is) dopo la sua sconfitta nei territori che controllava in Iraq. Nonostante la vittoria sull’Is, in tanti, compreso l’ex sindaco della città di Mosul Atheel al Nujaifi, l’hanno avvertito del pericolo di queste cellule dormienti.

L’Is sta modificando le sue tattiche privilegiando la tecnica del mordi e fuggi. Di recente i jihadisti hanno assassinato un ex generale dell’esercito governativo e hanno minacciato gli abitanti della città di Mosul dello stesso destino se avessero svelato alle autorità i loro nascondigli. È la principale sfida nel campo della sicurezza dopo la sconfitta del gruppo.

Presunta posizione di forza
Partecipando al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera, Al Abadi ha sottolineato che le principali aziende internazionali sono disposte a investire in Iraq. Tuttavia, secondo lui i timori legati alla sicurezza sono oggi secondari rispetto ai problemi posti dalla nostra burocrazia.

Il 30 gennaio, nel suo discorso settimanale il primo ministro ha promesso che darà il via alla sua guerra contro la corruzione. Secondo il rapporto annuale della commissione sull’integrità, nel 2017 sono state condannate 3.095 persone accusate di corruzione, tra cui 18 ex ministri. Il problema, con il grande squalo della corruzione, è che i colpevoli trasferiscono i soldi all’estero. Ecco perché Al Abadi ha chiesto un sostegno internazionale nella sua guerra.

Nel suo ultimo discorso in parlamento il premier è stato colpito da una bottiglia d’acqua che gli è stata lanciata in segno di protesta. Dopo due vittorie (contro i jihadisti e contro i curdi) oggi sembra occupare una posizione di forza, ma i suoi nemici più aggressivi in questo edificio sono altrettanto forti.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

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