10 dicembre 2018 17:53

Nonostante la drammatica situazione in Iraq, anche quest’anno Baghdad comincia a prepararsi alle festività di Natale e Capodanno. Le strade dei tre quartieri commerciali della capitale, Mansour, Zaytouna e Karrada, sono rischiarate dai colori delle luminarie, mentre le vetrine dei negozi pullulano di Babbi Natale di ogni dimensione. E, puntuale come sempre negli ultimi anni, è arrivata la condanna delle milizie religiose, che considerano le celebrazioni di Natale e Capodanno come una pratica contraria ai precetti dell’islam.

La polemica si aggiunge in questi giorni alle pressioni già fortissime sul nuovo primo ministro Adel Abdul Mahdi, abbandonato anche da alcune delle fazioni politiche che lo avevano sostenuto in un primo momento. Per alcuni, le prime misure prese per affrontare i problemi più gravi del paese rappresentano una minaccia ai propri interessi.

Raid punitivi
In questi giorni di “governo a metà” le milizie ribelli hanno voluto dare prova del loro potere nel paese con diversi raid punitivi, attaccando perfino l’università di Baghdad. Nelle città del sud, questi gruppi paramilitari si sono di fatto sostituiti alla polizia, arrivando anche ad arrestare attivisti della società civile.

Eppure, nonostante le tensioni politiche e la “scomunica” delle milizie, sembra che quest’anno le celebrazioni natalizie saranno anche più imponenti del solito. Passeggiando tra le luci colorate di Karrada ho chiesto a un negoziante come sta andando la vendita dei fuochi di artificio: “È aumentata del 20 per cento rispetto all’anno scorso,” mi ha risposto.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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