19 luglio 2017 16:58

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna eterosessuale di 35 anni, sposata da poco, e va tutto alla grande. Ma ho dei problemi a raggiungere l’orgasmo. Quando ci siamo messi insieme ci riuscivo sempre. È diventato un problema solo dopo che abbiamo deciso di sposarci. Lui non fa niente di diverso e s’impegna molto per soddisfarmi con il rapporto orale, durare più a lungo e fare più preliminari. È sexy, attraente e ha uno splendido pene funzionante. Quando facciamo sesso mi eccito molto, però non riesco a venire. Ed è strano, perché prima ci riuscivo con molta facilità, e quando mi masturbo ci riesco ancora. Non sono mai stata così innamorata in vita mia e nessun uomo mi ha mai trattato così bene, ma non ho mai neanche avuto problemi a raggiungere l’orgasmo. Mio marito è disposto a fare tutto il necessario, ma ormai è quasi un anno che non vengo più con il rapporto vaginale! È solo un problema temporaneo che si risolverà da sé?

–My Orgasms Are Now Shy

“Sì, è un problema temporaneo che si risolverà da sé”, risponde Meredith Chivers, professoressa di psicologia alla Queen’s university e sessuologa di fama mondiale, che ha fatto – e continua a fare – ricerche pionieristiche sulla sessualità, il desiderio e l’eccitazione femminile.

“Ecco perché si risolverà”, prosegue Chivers. “Primo, in passato MOANS è riuscita ad avere orgasmi sia con il suo attuale fidanzato sia con i partner precedenti. Secondo, anche se da qualche tempo non riesce a raggiungere l’orgasmo con il rapporto vaginale, ci riesce con la masturbazione. Terzo, non accenna ad alcun problema nel provare eccitazione fisica e mentale. Quarto, MOANS ha una gran bella relazione, una buona comunicazione sessuale ed è attratta dal suo compagno. Quinto, quella che sta vivendo è una variazione nel funzionamento sessuale del tutto normale e prevedibile, probabilmente legata allo stress”.

Gli orgasmi che non stai avendo – quando tuo marito ti penetra – e la cui assenza ti stressa sono, molto probabilmente, frutto dello stress, ragion per cui stressarsi non fa che peggiorare le cose.

“Mi domando se lo stress che accompagna un grande cambiamento nella vita – sposarsi è considerato uno dei dieci eventi più stressanti nella vita di una persona – non possa rendere distratti o ansiosi”, dice Chivers. “Se così fosse, sarebbe assolutamente normale”.

I pensieri che distraggono o procurano ansia possono anche complicare il raggiungimento dell’orgasmo. “Per riuscire ad avere un orgasmo bisogna sapersi abbandonare al piacere nell’istante che si sta vivendo”, continua la dottoressa. “Dagli studi sulle modalità di attivazione del cervello durante l’orgasmo emerge che un fattore fondamentale è la disattivazione di alcune parti del cervello deputate alle emozioni e al controllo cognitivo. Difficoltà di questo tipo possono quindi derivare da pensieri che distraggono o procurano ansia insinuandosi proprio quando più si è eccitati, magari sul limite, ma non si riesce ad arrivare a destinazione. Sono quelli a interferire con la disattivazione di cui sopra”.

Il consiglio che dà la dottoressa Chivers suonerà familiare a chiunque abbia una figlia sotto i dodici anni: lascia perdere. “Lascia perdere gli sforzi per raggiungere l’orgasmo tramite il rapporto vaginale”, suggerisce la dottoressa Chivers. “Dimenticati quel tipo di orgasmo almeno per un mesetto: puoi fare altre cose e venire in altri modi. Goditi la presenza di tuo marito e sperimentate insieme altri modi di condividere il piacere, e se anche gli orgasmi da penetrazione non tornano subito, pazienza. Tante strade, per fortuna, portano a Roma. Buon divertimento!”.

Il mio consiglio, MOANS? Comprati qualche dolcetto ammazzastress alla marijuana o simili, se hai la fortuna di vivere in uno stato dove l’erba è stata legalizzata, oppure preparateli da sola se vivi in uno stato sfigato che ancora non l’ha fatto. E di’ anche a tuo marito di smetterla di sforzarsi tanto: se i suoi sforzi ti fanno sentire in colpa, finiranno per essere controproducenti.

Ma l’ultima parola va alla dottoressa Chivers: “Se gli orgasmi vaginali non dovessero tornare, e la cosa ti rendesse infelice, valuta l’ipotesi di contattare un terapista sessuale. Negli Stati Uniti, l’Aasect è un’ottima risorsa per trovare una terapista o uno psicologo”.

Seguite la dottoressa Chivers su Twitter: @DrMLChivers

***

Sono un uomo etero che di recente si è trasferito a casa di un amico etero ricco. Prima che mi trasferissi, mi ha scritto un’email per dirmi che ha una relazione femdom, ovvero in cui viene dominato da una donna. L’unico motivo per cui me lo diceva era che avrei potuto notare qualche “piccolo rituale quasi impercettibile inteso a rafforzare la loro dinamica D/s”. Se la cosa mi infastidiva, era meglio che non mi trasferissi da lui. Trovare una sistemazione economica nel centro di Londra è difficile, per cui gli ho detto che non era un problema. Invece lo è. I loro tanti “rituali” vanno dall’impercettibile al non così impercettibile: il mio amico non può sedersi su una sedia, una poltrona o un divano senza il suo permesso, che lei gli accorda con un piccolo cenno della testa (quasi impercettibile); quando le apre il portone, deve aspettarla sulla porta a quattro zampe e quando entra deve baciarle i piedi, e continuare finché lei non gli dice di smettere (NON TANTO IMPERCETTIBILE!). Con me lei si comporta normalmente – non cerca di darmi ordini – ma questi rituali mi mettono a disagio, e temo che a loro due ecciti il fatto che io vi assista.

–Rituals Often Observed Mortifying In Extreme

È casa sua e le regole le detta lui. O meglio lei. Se non vuoi assistere alle cose di cui il tuo amico ricco e sottomesso con una casa bellissima ti ha avvisato prima che tu andassi a viverci, ROOMIE, dovrai portare via il culo da lì.

***

Un’adolescente di mia conoscenza che sta prendendo parte a una produzione teatrale ha cominciato a ricevere avanceinappropriate da un uomo del cast più grande di lei. I suoi rifiuti vengono presi in modo aggressivo, con la minaccia che questa persona farà una scenata rovinando lo spettacolo a tutti. Temo che la paura stia spingendo la mia conoscente ad accettare cose che non le interessano o che la mettono a disagio. Che consiglio le daresti per uscire da questa situazione? Per il resto l’esperienza teatrale le piace.

–Theatrical Harassment Really Enrages Adult Torontonian

La meravigliosa band Whitehorse mi ha invitato a Toronto per festeggiare l’uscita del loro nuovo album, Panther in the dollhouse, che contiene canzoni ispirate agli attivisti per i diritti dei lavoratori sessuali e – arrossisco – al Savage Lovecast (Luke, Melissa e la band hanno suonato la sigla del Savage Lovecast dal vivo, ed è stato magico). Tornando a te, THREAT, alla tua domanda ho risposto durante lo spettacolo, e devo dire che ti ho un po’ massacrato, pensando che fossi anche tu parte della compagnia teatrale e quindi testimone oculare – nonché spettatore o spettatrice passiva – di queste molestie (“Mi chiedi cosa può fare questa ragazzina”, ricordo di aver detto, “ma la domanda giusta sarebbe perché non hai fatto qualcosa tu?”).

Ma nella tua domanda nulla indicava che tu fossi testimone oculare e spettatore o spettatrice passiva, THREAT, cosa di cui non mi sono reso conto finché non ho riletto la tua domanda dopo lo spettacolo. Ahimè. Ho più tempo per digerire le domande che appaiono nella rubrica o nel podcast, e la mia redattrice (la pace sia con lei) e la giovane a rischio esperta di tecnologia hanno come scopo nella vita quello di farmi notare il dettaglio che mi è sfuggito o che ho frainteso, spingendomi così a riscrivere o riregistrare una riposta. Ma negli incontri dal vivo sono da solo – niente redattrice, niente GAREDT – cosa che aumenta le probabilità di fare casini. Ti chiedo scusa, THREAT.

Ma anche se non sei testimone oculare, THREAT, ci sono comunque alcune cose che puoi fare. Innanzitutto, continua ad ascoltare la tua amica. Oltre a offrirle il tuo sostegno morale, incoraggiala a parlare con chi dirige lo spettacolo e con il direttore artistico del teatro. Questo schifoso del cazzo va licenziato, e se una volta informati della situazione i responsabili dello spettacolo non dovessero agire, andranno ritenuti responsabili. A tale scopo dovrebbe bastare un post su Facebook da segnalare alla stampa locale. Spero non si debba arrivare a tanto, THREAT, ma se succede fammelo sapere. Perché sarò ben felice di far diventare quel post virale.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it