22 novembre 2017 17:20

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna eterosessuale sui vent’anni. Un mesetto fa ho fatto un sogno molto intenso in cui ero a una festa e parlavo con un ragazzo appena conosciuto. Stavamo flirtando alla grande. A un certo punto arrivava il mio fidanzato e futuro marito, quello vero in carne e ossa che dorme accanto a me, e che chiameremo G. Nel sogno cominciavo a ricoprirlo di attenzioni e coccole, gli stavo appiccicata come di solito in pubblico non faccio. Era evidente che lo facevo per ottenere una reazione da parte del ragazzo che avevo appena passato mezz’ora a sedurre. Come se fin dall’inizio avessi puntato a quello.

La scorsa notte ho fatto un sogno simile. Stavolta l’altro era uno con cui ho avuto una storia alle superiori, ma per il resto era tutto identico: lo adescavo flirtando, dopodiché usavo G per respingerlo e umiliarlo. Questi sogni mi hanno eccitato tantissimo. Nella realtà, io mi eccito quando un’altra donna ci prova con G: un pizzico di gelosia la sento, ma mi dà piacere. E quando qualcun altro ci prova con me, sento la stessa eccitazione per G. Sicuramente c’entra in parte un desiderio di provocare e umiliare gli altri uomini fingendo di offrirgli ciò che non possono avere, anche se la provocazione è tutta nella mia testa. Io non userei MAI una persona come faccio in questi sogni/fantasie, perché sarebbe crudele.

Ma non è che io e G potremmo trasformare il tutto in una sana valvola di sfogo facendone un gioco di ruolo? Far soffrire degli sconosciuti (benché immaginari) per ricavarne piacere sessuale ha delle implicazioni etiche? Da quel poco che so di giochi sessuali e umiliazione, è importante che chi viene umiliato ne goda e sia appagato. È sano introdurre nel nostro piacere la sofferenza di una persona inconsapevole (anche se ripeto: immaginaria)? Se G si mostrasse interessato, sarebbe la nostra prima incursione nei giochi di fantasia, di ruolo o comunque si chiamino. Ma temo che la crudeltà delle intenzioni possa avvelenare l’esperienza.

–My Extra-Arousing Nastiness

Di gente immaginaria a cui vediamo far del male – e in modo ben più serio – sono pieni i film, la televisione e i romanzi che leggiamo. Pensate alla povera Barb di Stranger things, al povero Theon Greyjoy di Game of thrones o al povero Christian di Cinquanta sfumature di grigio. Se va bene che i fratelli Duffer, la Hbo e E.L. James facciano cose orribili a queste persone immaginarie per il nostro divertimento, MEAN, allora va bene anche che tu e il tuo fidanzato (se è d’accordo) ne facciate di assai meno orribili a un’immaginaria terza persona per il vostro divertimento. Ma perché limitarsi alle fantasie? Perché non scoparti allo sfinimento il tuo fidanzato dopo aver sedotto e umiliato un terzo reale, in carne e ossa e consenziente?

Ma prima di tutto questo, MEAN, devi riflettere su cosa ti eccita nella situazione e parlarne con il fidanzato. Il motivo per cui ti eccita vedere il tuo partner attraverso gli occhi di un’altra persona è ovvio: quando qualcuno se lo vuole scopare, tu stessa lo vedi con occhi nuovi e hai molta più voglia di scoparci. Quanto agli elementi della tua fantasia che si basano sui rapporti di forza: se l’altro è consenziente l’eccitazione svanisce? E cosa pensi delle cose a tre? Ovviamente una cosa a tre non per forza implica rapporti sessuali, fisici o di altro tipo: coinvolgere un terzo, una persona che trova eccitante l’idea di farsi umiliare, vale come cosa a tre anche se per il terzo l’unica “possibilità” è quella di farsi scartare in un bar. Gradualmente potresti perfino arrivare a farti guardare e/o ascoltare da un terzo consenziente mentre il fidanzato ti fa quel che lui non potrà farti mai, ovvero scoparti allo sfinimento, cosa che potrebbe prolungare il gioco dell’umiliazione per tutta la notte.

Una volta che G sarà della partita, MEAN, potrete cominciare con una versione soft di questi giochi. Una volta verificato che la cosa sia eccitante per G come lo è per te, potrete allora mettere un annuncio per cercare un terzo consenziente. Internet serve innanzitutto per il porno, ma è anche abbastanza utile per conoscere persone con gusti affini. Se il vostro terzo è d’accordo e ci gode, non avvelenerete niente e non farete del male a nessuno. E se temi che il consenso della vittima renda la cosa meno eccitante, MEAN, ricordati che ci saranno dei testimoni – gli altri clienti del bar che non sono al corrente della messinscena – e che ai loro occhi tu sarai una donna crudele che umilia un povero coglione.

Le cose a tre non t’interessano in nessun caso? Be’, flirtare non significa niente (non è un contratto vincolante) e nessuna legge dice che il flirt deve per forza essere sincero e/o immediatamente concretizzabile. Un minimo di flirt prima che il fidanzato ti raggiunga al bar è ammesso, basta informare da subito l’altra persona del fatto che il fidanzato esiste e che il flirt non porterà a niente, e poi non esagerare con le effusioni quando arriva.

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Io e mio marito siamo sposati da cinque anni e stiamo insieme da quindici. Lui sessualmente è più avventuroso di me, ma comunque cerco di stargli dietro. Su sua richiesta, siamo andati in qualche sex club dalle nostre parti per “fare sesso in pubblico”. È la cosa che lo appassiona di più. Mi aveva detto che, se non mi sentivo a mio agio, non dovevamo continuare. Allora io gli ho detto che nei sex club non ci volevo più andare, ma lui ha trovato un sotterfugio: le cabine con i film porno nei sex shop. Se proprio devo fare sesso in pubblico, le cabine vanno meglio perché non sono così frequentate e hai un minimo di privacy. Ma per lui non era abbastanza. Ha bisogno che ci sia un pubblico, vuole vedermi andare con altri, eccetera. A me queste cose fanno schifo. Mi fa schifo come mi fanno sentire. Schifo. Lui dice tutte le cose che bisogna dire – che mi rispetta, che sa che in coppia le cose vanno fatte in due, eccetera – ma è costantemente arrabbiato con me per questa cosa, dice che non contribuisco al rapporto, che non siamo davvero complici, e tutto perché non mi va di fare sesso in pubblico, né con lui, né con degli sconosciuti. In questo momento è qui che gira per casa arrabbiatissimo, sempre per la stessa questione. Quando mi fa richieste di “cose in pubblico”, a me viene la nausea e vado nel panico, perché so che se non lo facciamo rimarrà arrabbiato per una settimana. Gli ho perfino proposto di cercarsi qualcun’altra all’esterno, ma lui vuole che io sia coinvolta. Per il resto abbiamo un ottimo rapporto: casa, figlio, cani e gatti. Non so se è il caso di mandare tutto all’aria per questa cosa.

–Denial Enrages Selfish Partner And I’m Reeling

Sono a corto di spazio nella rubrica, DESPAIR, quindi mi tocca essere brusco: tuo marito è un pezzo di merda. Un egoista manipolatore ed emotivamente violento che devi lasciare. Le cose che piacciono a lui le hai provate, e non solo non facevano per te, ma ci stavi di merda. Gli hai dato l’ok per cercarsi altre partner con cui sperimentare, ma non gli è bastato nemmeno quello. Al posto della gratitudine che meritavi – per la buona volontà, per il permesso accordato – ha reagito a colpi di violenze psicologiche. E con che obbiettivo? Quello di renderti la vita un inferno finché non cederai alle sue pressioni? Quello non è vero consenso, DESPAIR, e quindi non ha valore. Magari una bella richiesta di divorzio gli fa aprire gli occhi. In quel caso il vostro matrimonio potrebbero avere qualche speranza. Altrimenti tirerai dritta con il divorzio.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

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