26 giugno 2019 16:28

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un gay single tra i 30 e i 40 anni, abbastanza introverso e un po’ timido, ma con un grande appetito sessuale e una libido variegata. Ho sempre trovato l’ambiente gay un po’ impegnativo, e i ripetuti tentativi di conoscere gente online non hanno avuto granché successo. Credo che il mio carattere taciturno faccia passare la voglia, tanto che quasi mai riesco a mostrare il mio lato più allegro e imprevedibile, perché per tirare fuori quello devo sentirmi a mio agio. Le volte in cui è capitato, per i partner in è stata una sorpresa gradita e ci siamo divertiti molto, ma le occasioni si contano sulle dita di una mano. Mi sembra che la maggior parte degli uomini si fermi al carattere gentile, dando per scontato che io sia noioso se non un bacchettone. In realtà io di fantasie ne ho parecchie – tra cui quella del bondage – ma finora non mi è quasi mai capitato di poterle esplorare con un partner. Quelli attratti da me spesso non sono tipi avventurosi. Come aspetto fisico, non appartengo a nessuna delle “tribù” in cui molti gay si riconoscono. Un po’ me frego, ma quando cerco un bel tipo con cui uscire o anche di più mi sento sempre quello che guarda da fuori. Avresti qualche consiglio per riuscire a rompere questo guscio?

–Always Looked Over, Never Embraced

La prossima volta che “guardi da fuori”, ALONE, trova un momento per guardarti intorno. Perché intorno alla piccola folla di gay che rientrano appieno nella tribù dominante del bar/piscina/discoteca di turno – quelli “dentro”, che si guardano tra loro o guardano il telefono o guardano se stessi sul telefono – c’è in genere un gruppo ben più nutrito di persone che non rientrano né nella loro, né in altre tribù riconoscibili. E se chi osserva rapito la tribù più facilmente riconoscibile si guardasse a sua volta intorno, vedrebbe tanti altri uomini che, come lui, magari si sentono a disagio o fuori posto, che hanno una bellezza forse meno convenzionale e immediata, una profondità interiore nascosta, eccetera. Insomma, ALONE, altri come te.

E a proposito di quelli come te: sei consapevole di possedere un fottuto superpotere che ti rende membro di qualsiasi tribù, nonché di una tutta tua?

“Il bondage è il collante che unisce tutti i feticisti”, dice Joshua Boyd, un cosiddetto “cultore” del bondage: gay, tra i 30 e i 40, vive e lega gente a Seattle e dintorni. “Gli amanti del bondage sono persone di ogni tipo, e vanno dall’efebico al muscoloso, all’orso, al cucciolo, allo sportivo e al tizio medio”.

Così come i gay sono presenti in qualsiasi razza, gruppo etnico, classe sociale, comunità religiosa, eccetera, così anche gli amanti del bondage sono presenti in qualsiasi tribù gay, e non solo: gli amanti del bondage formano anche una tribù a parte.

“Consiglierei ad ALONE di mettere in attesa la ricerca di un rapporto stabile e cercare il sesso che gli piace in modo più occasionale”, dice Boyd. “Recon (recon.com) mi sembra sempre un buon punto di partenza per conoscere gente interessante. Ci ho incontrato perfino mio marito. La sostanza è che ci sono altri con i suoi stessi interessi, che e aspettano di conoscerlo”.

Ma tu sei timido! Sei introverso! Conoscere gente è difficile! Boyd dice di essere uguale – timido, introverso, difficoltà a conoscere gente – e non solo è sposato, ALONE, ma non gli mancano i partner di gioco occasionali, né le foto di lui in azione sparse per internet. Un altro che si dice timido e introverso è Tyger Yoshi. Poco tempo fa ho visto Tyger Yoshi, quello timido e introverso, fare una dimostrazione di bondage al Trade, un gay bar leather/bar gay leather di Denver. Appendeva un tizio al soffitto.

“Quando ho iniziato a esplorare il mio interesse per il bondage”, dice Yoshi, anche lui tra i 30 e i 40, “ho avuto la fortuna di trovarmi in una città dove le occasioni abbondavano, anche per una persona timida e introversa come me. Qualcuno si è anche proposto di guidarmi, ma io faticavo a fare il primo passo, accettare l’aiuto”.

L’aiuto di cui parla Yoshi – quello che con il tempo ha poi finito per accettare – lo si trova in genere ai munch, incontri informali in cui appassionati di bdsm di ogni tipo, lgbt come etero, si conoscono e socializzano con i loro simili (munchplay party, che sono gli eventi dedicati all’azione).

Cinque secondi su Google, ALONE, e anche tu troverai gruppi che si dedicano a insegnare il bdsm a chi, oltre che affinarsi con nodi e corde, vuole informarsi su argomenti come consenso, sicurezza e regole di comportamento. E che tu nel bondage sia attivo (vuoi legare) o passivo (vuoi essere legato) o versatile (vuoi legare ed essere legato), ai corsi di bondage si fa amicizia.

E se con qualcuno dovesse scattare la scintilla, quel qualcuno non penserà che tu sia un bacchettone (ti ha conosciuto a un corso di bondage), e di sicuro sarà una persona sessualmente avventurosa (vi siete conosciuti a un corso di bondage). E a differenza del bar o delle discoteche gay, ai party e agli eventi bondage le capacità contano tanto quanto l’aspetto fisico.

“Quando avrai iniziato a fare conoscenze e costruiti una cerchia, trova qualche evento fetish/bdsm nella tua zona – potrebbe essere utile contattare la comunità pansessuale – e chiedi a uno dei tuoi nuovi amici del munch, del corso o di Recon se ha voglia di venire con te”, dice Yoshi. “E mentre cominci a esplorare il tuo lato fetish, tieni conto che puoi anche, almeno all’inizio, separare il feticismo dal sesso. Spiega che sei interessato al bondage, ma che l’hai fatto poco e vuoi esercitarti. Una sessione esplorativa o di allenamento è molto diversa da una sessione di bondage sessuale, e magari la gente è più disponibile a guidarti. Per esperienza, se trovi il coraggio di andare a un play party (con il sostegno di un amico), le probabilità di trovare una persona disposta ad assisterti in un’esperienza nuova o alla prima volta aumentano”.

Hai presente, ALONE, la cosa che non stai facendo perché aspetti di trovare qualcuno? Il tuo interesse per il bondage? Ecco, parti da quello. Entra nell’ambiente bdsm, migliora le tue capacità, sii gentile e aperto – una brava persona, insomma – e conoscerai un sacco di uomini con cui hai qualcosa in comune. La tua tribù, fidati, esiste.

Potete seguire Joshua Boyd su Twitter: @seabndgsadist
Tyger Yoshi è su Twitter e su Instagram: @tygeryoshi

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Nella comunità gay il sesso con molteplici partner va per la maggiore? Ho l’impressione che per loro fare sesso sia una questione molto importante. Perché?

You Won’t Answer

I gay sono uomini, YWA, e parliamoci chiaro: è vero, il gay medio ha più partner sessuali dell’etero medio. Ma gli etero farebbero tutto ciò che fanno i gay, se solo potessero, ma non possono perché le donne non lo fanno. Non è che ai maschi etero il sesso interessi meno che a quelli gay, né che per gli etero il sesso non sia “una questione molto importante”. E sai cos’altro? Le donne sono arrapate e interessate al sesso esattamente quanto gli uomini – gay, etero o bi – e questo include il sesso con molteplici partner. Ma le donne devono filtrare ogni scelta che fanno e verità che rivelano attraverso il rischio molto concreto di subire violenza da parte di maschi eterosessuali, e quello secondario di sentirsi dare della zoccole da loro e dalle altre donne (ai lettori e alle lettrici asessuali – gay, etero e bi – che al sesso non sono interessati: non è che vi voglia cancellare, ma sto parlando di medie, della parte centrale di una curva a campana, e non delle sue deviazioni).

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it