22 gennaio 2020 16:26

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un trentenne bisessuale. Sto con mia moglie da cinque anni, sposati da nove mesi. Un mese dopo esserci messi insieme le dissi che uno dei miei desideri era sempre stato guardare la mia compagna con altri uomini, e che dichiararlo aveva provocato la fine di tutte le mie relazioni precedenti. La sua reazione fu l’opposto di quella a cui ero abituato. Disse che rispettava le mie fantasie, e di comune accordo decidemmo di consolidare il rapporto prima di imboccare la via del cuckolding. Salto in avanti di un paio d’anni: il rapporto è in salute, conviviamo, frequentiamo con regolarità i sex club – pur facendo sesso soltanto tra noi – e cominciamo a introdurre nel sesso qualche accenno verbale al cuckolding. Dopo che le ho chiesto di sposarmi ci siamo dati da fare… con i preparativi. Il sesso e la sperimentazione sono stati accantonati. Una volta sposati abbiamo cominciato… a cercare casa. E di nuovo il sesso è finito in un angolo. Ora che la nostra vita si è regolarizzata, quando le esprimo il desiderio di vederla con altri uomini lei si dice disponibile, ma il discorso si chiude quasi subito. Le ho proposto di aprire un profilo su vari siti, ma ancora niente. Sto sbagliando qualcosa? Se le dico “Apriamo un profilo ora” mi sembra di assillarla, e io NON VOGLIO essere uno di quei mariti che si lamentano e ti martellano. Sarebbe bellissimo se tu avessi qualche consiglio.

– Wannabe Cuckold Growing Frustrated

Insomma non vuoi assillare tua moglie, WCGF, ma a me spedisci la stessa email cinque o sei volte in una settimana.

Allora, WCGF, ci sono persone che, quando dicono “Una volta consolidato il rapporto possiamo fare a tre/andare alle serate bdsm/provare il cuckolding” ci credono. E ce ne sono altre che no. Al partner amante del bdsm e/o non monogamo dicono quel che vuole sentirsi dire nella speranza che – dopo il matrimonio e la casa e i figli – il marito e padre dei loro figli (o la moglie e la madre dei loro figli) non le lasci per una “sciocchezza” come scopare a tre, farsi sculacciare in pubblico o darsi al cuckolding. A complicare ulteriormente le cose, c’è anche chi lo dice, ci crede, e poi cambia idea. Per capire cosa sta succedendo – e se tu stia sbagliando qualcosa – dovrai correre il rischio di essere un minimo assillante, ma non sulla questione profilo: sul fatto che dovete parlare. Ti senti pronto per questa cosa, lei si dice d’accordo, eppure non succede. Se davvero lei vuole che succeda, cosa puoi fare tu per farla succedere? Se invece lei non vuole che succeda – né ha mai voluto succedesse – allora deve dirlo.

Ricorda, WCGF, che è lei a sentirsi chiedere di correre dei rischi. La foto che intendi mettere sul profilo è la sua, mica la tua; sarà lei, potenzialmente, a incontrare sconosciuti per fini sessuali, non tu; sarà lei quella esposta alle MTS, non tu (anche se ovviamente tu stesso potresti finire esposto. Ma se anche per te il rischio non fosse un problema, potrebbe esserlo per lei). O forse teme che in futuro tu voglia farla scopare con altri più spesso di quanto se la senta. Ci sono un sacco di buone ragioni per cui potrebbe averci ripensato, e affrontando i suoi timori in modo costruttivo – no foto del viso, no sconosciuti, no farciture di sperma e incontri solo molto occasionali – potrete fare qualche progresso.

Se però viene fuori che lei questa cosa non la vuole – perché non l’ha mai voluta o perché ha cambiato idea – allora sarai tu a dover decidere se rinunciare al cuckolding è un prezzo che sei disposto a pagare per rimanere sposato.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Ho fatto una di quelle cose che secondo te sono sempre brutte, immature e crudeli. Per settimane ho fatto lo stronzo con la mia fidanzata perché volevo farmi lasciare. È stata una vigliaccata, lo so. Per me lei resta una gran donna, ma nel rapporto non c’ero proprio e ho lasciato che si trascinasse più del dovuto. Mi sentivo molto in colpa perché lei mi amava e io no, e non volevo ferirla. La mia domanda è: perché sabotare una relazione in questo modo secondo te è così brutto? Io sono contento che lei non mi possa più vedere. Così può provare rabbia anziché dolore. Non volevo fare il “grand’uomo” che conclude il rapporto nel modo giusto. Volevo farle così schifo da permetterle di voltar pagina. Se avessi detto tutte le cose giuste, sarei diventato ancora più attraente e avrebbe sentito la perdita. Mi è capitato di essere lasciato così – da donne che lo hanno fatto nel modo “giusto” – e dopo le rispettavo, le amavo e mi mancavano ancora di più. Se ancora oggi me le ricordo, è proprio perché mi hanno scaricato con tanto rispetto e tanta gentilezza. Preferisco le storie in cui è finita odiandosi, perché almeno si è capito che non eravamo fatti l’uno per l’altra e la fine mi è scivolata addosso. Non è meglio così? (Non mi viene in mente una firma che funzioni come acronimo. Inventane una tu, se decidi pubblicarmi).

– Annoying Shittiness Should Help Outraged Lovers Escape

Per la firma ho fatto quello che potevo, ASSHOLE.

Fare gli stronzi con una persona che non si vuol più frequentare nella speranza che quella ti lasci è sbagliato sempre. Di certo non le fai un favore, ASSHOLE, anche solo per il semplice fatto che difficilmente getterà la spugna al primo segno di stronzaggine. Quando le azioni – la stronzaggine più o meno scoperta – sono in contrasto con le parole – “Ti amo anch’io, patatina” –, è raro che chi riceve questi esasperanti messaggi contraddittori scappi a gambe levate. Piuttosto cerca rassicurazioni. Chiede a chi sta facendo lo stronzo se è tutto a posto, se tra loro va ancora bene, se sono ancora innamorati.

E a queste domande uno che fa lo stronzo non può rispondere sinceramente, ASSHOLE, perché una risposta sincera comporterebbe la fine del rapporto. E non è questo che vuole lo stronzo, giusto? Lo stronzo non vuole chiudere con sincerità e in prima persona; vuole – disonestamente e vergognosamente – costringere l’altra persona a chiudere. Per cui lo stronzo dice no, figurati, va tutto bene, ti amo, eccetera, dopodiché alza di una tacca la manopola della stronzaggine.

A quel punto l’altro cosa fa, se ne va? Macché. Torna a ripetere le stesse domande, lo stronzo risponde con le stesse rassicuranti bugie, allora l’altro chiede ancora e si sente dire altre bugie. A volte possono passare anni, prima che la vittima delle violenze emotive perpetrate da uno stronzo bugiardo capisca di non poter andare avanti e decida di chiudere, spesso incontrando le obiezioni di chi già da un pezzo voleva lasciarla!

Non uso spesso né con leggerezza il termine gaslighting, ASSHOLE, ma quel che dici di aver fatto – e che provi a razionalizzare dipingendolo come una sorta di regalo – è probabilmente la manifestazione più comune di questo fenomeno, una sorta di tortura psicologica. E nulla, in questo tipo di trattamento, facilita la ripresa dopo la fine di una relazione. La rende più difficile. Certo, così la tua ex “può” arrabbiarsi con te, ma in futuro farà molta più fatica a fidarsi di chi frequenterà, perché la tua stronzaggine avrà minato la sua capacità di giudizio (“Questo tizio nuovo dice di amarmi, ma anche quello prima – lo stronzo infame – diceva di amarmi, lo ripeteva sempre, e non era vero. Se anche questo mentisse?”).

Queste insicurezze tutte nuove – il tuo regalo d’addio – potrebbero portarla a concludere o sabotare rapporti potenzialmente ottimi. Quanto al tuo timore che si possa rimanere innamorati per sempre di un ex che ci ha lasciato con gentilezza e rispetto, sappi che con il tempo tutto si affievolisce, e che ogni tanto si può anche decidere di farsela passare e voltare pagina. Ma i danni emotivi provocati da chi si comporta come te, ASSHOLE, possono durare per sempre.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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