21 novembre 2015 12:39

Nel sottosuolo del pianeta ci sono enormi depositi di acqua. Nei primi duemila metri di crosta continentale sono nascosti 22,6 milioni di chilometri cubi di acqua. Per stimare il patrimonio idrico sotterraneo Tom Gleeson e colleghi hanno sfruttato tra l’altro la traccia lasciata dai test nucleari. Le bombe nucleari hanno fatto aumentare nell’atmosfera la concentrazione di trizio, una forma radioattiva di idrogeno. Il trizio è stato assorbito dalla pioggia ed è possibile rintracciarlo nell’acqua del sottosuolo. La sua presenza indica quindi che il deposito idrico è “moderno”, cioè ha circa cinquant’anni oppure meno.

Questi depositi moderni sono al massimo il 6 per cento del totale e si trovano a poche centinaia di metri dalla superficie, indicando che l’acqua della pioggia è rimasta negli strati superficiali. Anche se si tratta solo di una frazione, il volume dell’acqua “moderna” potrebbe coprire con uno strato di tre metri tutti i continenti. Il suo volume è pari a oltre tre volte le acque superficiali, cioè delle zone umide, di fiumi e laghi.

Secondo lo studio pubblicato su Nature Geoscience, gran parte delle acque sotterranee è antica, vecchia anche di milioni di anni, ed è a grande profondità. La sua distribuzione è piuttosto ineguale, con una scarsa presenza nelle aree desertiche e una molto ricca nelle aree montuose. Questi studi sono utili per capire l’origine delle risorse idriche e la gestione migliore, anche rispetto al cambiamento climatico.

Di cambiamento climatico si parlerà alla conferenza Onu sul clima di Parigi, confermata per il 30 novembre dopo gli attentati terroristici che hanno colpito la capitale francese.

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