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Il mondo all’una

Un supermercato saccheggiato a Capacho, nello stato di Tachira, in Venezuela, il 17 maggio 2017. (George Castellanos, Afp)
  • Un commissario speciale indagherà sui rapporti tra lo staff di Donald Trump e la Russia. Robert Muller, ex capo dell’Fbi, è stato nominato procuratore speciale per approfondire le indagini federali sul cosiddetto Russiagate. La decisione è stata presa dal viceprocuratore Rod J. Rosenstein in seguito all’improvviso licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey e la seguente divulgazione dei suoi appunti nei quali è trascritta la richiesta di Trump di lasciar cadere le indagini sull’ex consigliere per la sicurezza Michael Flynn. Muller è stato a capo dei servizi segreti per dodici anni, guidando il dipartimento in un momento difficile come quello seguito all’11 settembre 2001. Per questo motivo la sua nomina è stata accolta positivamente sia dai vertici repubblicani sia dai democratici.
  • Il presidente brasiliano Michel Temer coinvolto in uno scandalo di corruzione. Secondo un’inchiesta condotta dal quotidiano O Globo, è stato trovato un audio nel quale Temer autorizzava al versamento di una somma per pagare il silenzio di Eduardo Cunha, ex presidente della camera, oggi in carcere per corruzione e riciclaggio. Apparentemente Cunha avrebbe potuto rivelare delle informazioni riguardo il coinvolgimento del presidente con lo scandalo della Petrobras, la compagnia petrolifera nazionale. In seguito alla notizia i brasiliani sono scesi in piazza chiedendo l’apertura di un processo di impeachment per il presidente.
  • Il governo venezuelano manderà duemila soldati a sedare le proteste nello stato di Tachira, nell’ovest del paese. La regione è diventata un luogo di violente proteste contro lo stato di emergenza economico stabilito dal presidente Nicolás Maduro. Ieri notte gli scontri si sono riaccesi e un ragazzo di 15 anni ha perso la vita facendo arrivare il numero delle vittime a 43 dall’inizio degli scontri tra civili e militari. Maduro ha emesso un ulteriore decreto che gli concede extra poteri e la possibilità di imporre ulteriori misure di sicurezza per altri 60 giorni. Il presidente ha parlato delle manifestazioni previste nella capitale venezuelana come comparandole all’ascesa del nazismo e del fascismo in Europa.
  • Primo consiglio dei ministri per il nuovo governo francese guidato da Edouard Philippe. A conferma dello slogan “né di destra né di sinistra” portato avanti durante la campagna elettorale del neo presidente Emmanuel Macron, il nuovo esecutivo ha elementi provenienti da diversi partiti. Tra i 18 ministri e quattro segretari di stato, tre arrivano dal centrista Mouvement démocrate, due dalla destra dei Républicains (economia e finanza), quattro dal Partito socialista (tra cui il ministro dell’interno e degli esteri) e due dal Partito radicale.
  • Svolta politica dopo tre mesi di “guerriglia istituzionale” in Macedonia. Il presidente ha affidato al capo dell’opposizione il mandato di formare un nuovo governo. Finora il presidente si era rifiutato di trovare un accordo con il leader socialdemocratico Zoran Zaev che aveva trovato un’intesa con i leader della minoranza albanese la cui presenza nel governo era considerata una minaccia all’unità del paese.
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