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La rivoluzione continua di Angela Davis

Angela Davis a Toronto, Canada, il 10 settembre 2012. (Matt Carr, Getty Images)

Angela Davis è una testimonianza vivente delle battaglie che hanno caratterizzato la nostra epoca. Filosofa, femminista, icona del movimento di liberazione dei neri degli anni settanta, militante delle Pantere nere e del Partito comunista, è una delle più influenti intellettuali degli Stati Uniti.

Nata a Birmingham, in Alabama, nel 1944, quando le case dei neri venivano fatte saltare in aria dal Ku klux klan, ha studiato in Massachusetts, in Francia e in Germania, dove è stata allieva di Herbert Marcuse. Da sempre si batte per l’abolizione delle carceri. Nel 1970 l’Fbi la inserì con accuse false nella lista delle dieci persone più ricercate. Passò sedici mesi in prigione, mentre nel mondo partiva una campagna per la sua liberazione.

Professoressa emerita dell’Università della California a Santa Cruz, si occupa di marxismo, femminismo, questioni razziali e di genere. Tiene conferenze in tutto il mondo.

A gennaio ha partecipato a Washington alla marcia delle donne contro Donald Trump: “Noi – i milioni di donne, persone transgender, uomini e giovani che oggi sono qui – rappresentiamo le forze di un cambiamento che non permetterà alla cultura del razzismo e dell’eteropatriarcato di risollevarsi”, ha detto nel suo discorso.

Angela Davis sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 30 settembre per parlare di Stati Uniti e diritti umani.

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