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Il mondo in breve

Il premier olandese Mark Rutte all’Aia, Paesi Bassi, 15 marzo 2017. (Yves Herman, Reuters/Contrasto)
  • Il presidente della Catalogna ha lasciato intendere in un’intervista di essere pronto a dichiarare unilateralmente l’indipendenza se il governo centrale della Spagna non risponderà alle proposte di mediazione. Il 10 ottobre Carles Puigdemont dovrebbe intervenire nel parlamento catalano in merito “alla situazione politica attuale”. La seduta, programmata alle 18, non ha nessun altro ordine del giorno e l’opposizione teme che il parlamento adotti una dichiarazione unilaterale di indipendenza. In un’intervista con il quotidiano tedesco Die Welt il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato che la Spagna non si dividerà: “L’unità nazionale sarà preservata, faremo tutto quello che la legge ci permette”. Anche il leader dell’opposizione spagnola, il socialista Pedro Sánchez ha dichiarato che appoggerà il governo di Madrid. Francia e Germania si sono espresse a favore dell’unità spagnola.
  • Dopo sette mesi dalle elezioni i Paesi Bassi sono pronti a formare un governo. Il 15 marzo il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) del premier uscente, Mark Rutte, aveva ottenuto 33 seggi. Dopo 208 giorni di trattative il liberale Rutte è pronto a formare una coalizione con i progressisti di D66, i democristiani di Appello cristiano democratico e i conservatori di Unione cristiana. Nonostante le divergenze su alcuni temi etico-sociali, i partiti sono d’accordo su tasse, immigrazione, difesa e istruzione e possono contare su una maggioranza di un seggio.
  • Il ministero degli esteri turco ha convocato il vicecapo missione dell’ambasciata statunitense ad Ankara, sollecitando Washington a revocare a decisione di sospendere tutti i servizi di visto nell’ambito del braccio di ferro tra i due paesi. Lo ha riportato l’agenzia di stampa Anadolu. Philip Kosnett è stato convocato al ministero, dove gli è stato detto che la Turchia si aspetta l’annullamento dell’iniziativa annunciata domenica. Ankara ha risposto quasi immediatamente con un’iniziativa di rappresaglia, sospendendo tutti i servizi di visto per gli americani negli Stati Uniti.
  • Centinaia di sostenitori dell’opposizione hanno manifestato a Nairobi, in Kenya, davanti al a sede del comitato elettorale. I manifestanti chiedevano riforme in vista delle presidenziali previste per il 26 ottobre. Secondo il senatore dell’opposizione James Orengo le proteste chiedevano anche ai parlamentari del partito di governo di non approvare un emendamento alla legge elettorale che limiterebbe le circostanze in cui la corte suprema può annullare le elezioni. Contemporaneamente un gruppo in difesa dei diritti umani ha affermato che almeno 37 persone sono state uccise nei tre giorni di proteste dopo le presidenziali dell’8 agosto, vinte da Uhuru Kenyatta e poi annullate.
  • Il premio Nobel per l’economia è stato assegnato allo statunitense Richard H. Thaler, dell’università di Chicago, per i suoi studi sulla comprensione della psicologia economica. “La mia lezione più importante è stato riconoscere che gli agenti economici sono umani e che i modelli economici ne devono tenere conto”. Lo ha affermato lo stesso Thaler in un breve collegamento in diretta con la Reale accademia delle scienze svedesi, dopo l’annuncio del premio.
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