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In Argentina la rivoluzione è donna

Marta Dillon durante una manifestazione contro la violenza sulle donne a Buenos Aires, l’8 marzo 2017. (Sebastian Miquel)

Marta Dillon sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 5 ottobre con Marta Lempart, Katha Pollitt, Rafia Zakaria e Ida Dominijanni.

Marta Dillon è argentina, figlia di una desaparecida, ha una compagna, due figli ed è sieropositiva. Dopo aver creato l’associazione Hijos (Figli per l’identità e la giustizia, contro l’oblio e il silenzio) ha concentrato le sue battaglie sulla difesa dei diritti delle donne ed è stata una delle fondatrici del movimento Ni una menos, “un grido collettivo contro la violenza machista”. Marta Dillon ha 52 anni e la sua lotta contro la violenza di genere è solo all’inizio.

“Il movimento ha una data storica. Per la prima volta, il 3 giugno 2015, abbiamo invaso le strade con il dolore e l’indignazione davanti agli omicidi quotidiani di donne e transessuali, che portano nel corpo le ferite della violenza machista. Quel giorno abbiamo cambiato il mondo, anche se i femminicidi continuano al ritmo di uno ogni 30 ore, anche se il patriarcato continua a trattarci con crudeltà. Lo abbiamo cambiato perché non tacciamo più e perché quando una donna parla e denuncia possiamo dirle ‘ti credo, sorella’”. Ora il movimento continua a combattere per ottenere la legalizzazione dell’aborto in Argentina, “un atto dovuto della democrazia nei confronti di donne, madri, amiche, sorelle, studenti, lavoratrici, che vogliono la libertà di decidere sui loro corpi”.

Marta Dillon sarà al festival di Internazionale a Ferrara il 5 ottobre con Marta Lempart, Katha Pollitt, Rafia Zakaria e Ida Dominijanni.

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