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Una manifestazione a Praga contro l’invasione sovietica. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Gli scontri con le truppe sovietiche. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
I soldati schierati. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Una donna piange in una strada di Praga. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Un manifesto che paragona l’inizio della terza repubblica cecoslovacca, nel 1945, con l’invasione del 1968. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Durante la protesta. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Alcuni manifestanti. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Il corpo di un ragazzo ucciso per avere cercato di mettere la sua bandiera su un carro armato russo. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Viale Vinohradská. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)
Piazza San Venceslao. (Josef Koudelka, Magnum/Contrasto)

La primavera di gennaio

Il 5 gennaio 1968 veniva eletto segretario generale del Partito comunista cecoslovacco Alexander Dubček, che avvia un percorso di riforme economiche e sociali: è la Primavera di Praga, che però ebbe vita breve. Il 20 agosto dello stesso anno, un corpo di spedizione dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati del Patto di Varsavia invase il paese. La Cecoslovacchia rimase occupata fino al 1990.

In quei giorni di agosto del 1968, per le strade di Praga c’era il fotografo Josef Koudelka, che fino ad allora si era occupato principalmente di cultura e società: le immagini dell’invasione sovietica sono il suo primo servizio di attualità.

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