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Sono 38 milioni gli sfollati nel mondo

Sfollati somali nel campo di Sarkusta, a sud di Mogadiscio, in Somalia, il 4 marzo 2015.

Le persone costrette da conflitti e violenze ad abbandonare le loro case e che vivono come sfollati interni nel loro paese nel 2014 hanno raggiunto la cifra record di 38 milioni. Sono i dati che emergono dal rapporto Global overview 2015: people internally displaced by conflict and violence, dell’ong Internal displacement monitoring centre (Idmc). Rispetto al 2013 c’è stato un aumento del 15 per cento, con undici milioni di nuovi sfollati, pari a 30mila persone al giorno.

Questo aumento è dovuto in particolare alle crisi in Iraq, Sud Sudan, Siria, Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e Nigeria. In questi cinque paesi si concentra il 60 per cento degli sfollati di tutto il mondo. In Iraq si sono registrati 2,2 milioni di nuovi sfollati, in maggior parte in fuga dalle zone cadute sotto il controllo del gruppo Stato islamico. In Sud Sudan invece sono state 1,3 milioni le persone costrette ad abbandonare le loro case, pari all’undici per cento della popolazione del paese. La guerra civile in Siria ha costretto alla fuga 1,1 milioni di persone nel 2014 e il conflitto a bassa intensità nella Rdc un altro milione. In Ucraina 646.500 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case per la prima volta nel 2014. In El Salvador, dove i dati sono stati disponibili per la prima volta, si sono contati quasi 289mila sfollati.

In termini generali, la Siria è in assoluto il paese con il maggior numero di sfollati interni: sono 7,6 milioni, pari al 35 per cento della popolazione. Segue la Colombia, con poco più di sei milioni, quasi il 16 per cento della popolazione.

Il rapporto evidenzia anche l’impatto a lungo termine del trasferimento forzato delle popolazioni. Nel 2014 nel 90 per cento dei sessanta paesi e territori monitorati dall’Idmc, molte persone sono sfollate da più di dieci anni. Secondo Jan Egeland, segretario generale del Norwegian refugee council (Nrc), “si tratta dei dati peggiori degli ultimi anni e segnalano il nostro totale fallimento nella protezione dei civili innocenti”.

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