La scrittrice June Jordan, del Cancro, quando era bambina rideva sempre: “Ridevo in chiesa, a scuola, al tavolo della cucina e in metropolitana. Ridevo tanto che mi colava il naso e mi lacrimavano gli occhi, e non riuscivo a fermarmi”. Nei prossimi giorni, Cancerino, dovresti ispirarti a lei. Probabilmente non arriverai al suo livello, ma ci andrai vicino. Perché? Per tre motivi: 1) il mondo ti sembrerà più divertente del solito; 2) ridere a crepapelle è l’azione più terapeutica che puoi intraprendere in questo momento; 3) è nell’interesse di tutte le persone che conosci interrompere la loro routine con momenti di divertimento e ilarità.