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Un’area devastata dalla pioggia nel distretto di Nsanje, il 6 febbraio. Lungo una sponda del fiume Ruo la folla segue le ricerche delle vittime dell’alluvione. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
L’elicottero dei vigili del fuoco sudafricani, usato da Medici senza frontiere per le emergenze, atterra nel villaggio di Makhanga, il 3 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Aiuti umanitari nel campo profughi del villaggio di Bangula, il 4 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
La distribuzione del cibo a Bangula, il 4 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Davanti al campo per gli sfollati nel villaggio di Makhanga, il 3 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Una casa distrutta vicino al fiume Shire, il 6 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Villaggio di Bangula, il 4 febbraio 2015. Circa 300 persone vivono in un’ex fabbrica di cotone. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Makhanga, il 3 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Donne rifugiate in un’ex fabbrica di cotone a Bangula, il 4 febbraio. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)
Makhanga, il 3 febbraio. Alesi Phiri, sette anni, cammina in quello che rimane di un campo di mais, ora ricoperto di fango seccato. (Luca Sola, Medici senza frontiere/Contrasto)

Il Malawi sommerso

Le alluvioni che alla fine di gennaio hanno colpito il Malawi hanno provocato più di duecento morti e lasciato almeno 230mila persone senza casa. Centinaia di strade, ponti, infrastrutture e coltivazioni sono state distrutte. La pioggia continua a cadere, impedendo ai profughi di tornare alle loro case e ora si teme l’esplosione di un’epidemia di colera, che ha già fatto due morti.

Il fotoreporter ha seguito l’intervento di Medici senza frontiere nel distretto di Nsanje, nel febbraio del 2015.

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