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Mick Jagger, 1964. (David Bailey)
Kate Moss, 2013. (David Bailey)
Jack Nicholson, 1984. (David Bailey)
Johnny Depp, 1995. (David Bailey)
John Lennon e Paul McCartney, 1965. (David Bailey)
Bob Dylan, 1986. (David Bailey)
(David Bailey)
Grace Jones, 2008. (David Bailey)
Andy Warhol, 1965. (David Bailey)
David Bailey, 2011. (David Bailey)

Le stelle di David Bailey

“Se nascevi nell’East End londinese degli anni trenta non avevi molta scelta. Potevi diventare un pugile, un ladro d’auto o al limite un musicista”. David Bailey (1938) da ragazzo non pensa di diventare un fotografo.

Nell’Inghilterra industriale del dopoguerra la vita è particolarmente dura e, per guadagnare qualche soldo, Bailey si mette a vendere tappeti e scarpe, e allestisce le vetrine dei negozi. Ma nel 1956 viene arruolato nell’aeronautica britannica e mandato a Singapore: è in questo periodo che si dedica con più passione alla fotografia, prendendo ispirazione da Henri Cartier-Bresson e dalla rivista Life.

Finito il servizio militare, decide di continuare con la fotografia. Cerca lavoro a Londra come assistente e si ritrova al fianco del fotografo di moda John French. Nel 1960 Bailey è un freelance che collabora con l’edizione britannica di Vogue e si ritrova nella situazione migliore per vivere e raccontare la cosiddetta swinging London. La stilista Mary Quant, i Beatles e i Rolling Stones, gli Who, Michael Caine e Peter Sellers, Marianne Faithfull e Sandie Shaw: finiscono tutti davanti al suo obiettivo. “Avrei voluto essere come Fred Astaire ma non potevo, così cercavo di non farmi sfuggire nessun nuovo fenomeno e personaggio. Essere un fotografo di moda significava questo”.

Alla lunga e avventurosa carriera di David Bailey, il Pac di Milano dedica la mostra Stardust, celebrando con più di trecento opere lo stile innovativo e provocatorio di un autore che ha ritratto persone famose e sconosciute in maniera creativa e stimolante. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 2 giugno 2015.

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