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Un ragazzo gioca in una strada di Santiago. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Un poster di Ernesto Che Guevara in un appartamento di Santiago. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Operai lavorano per mantenere i binari dei treni puliti e privi di materiali pericolosi. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
A Santiago sono molto più diffuse le biciclette delle automobili. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Un circolo di scacchi. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Una ballerina si esibisce durante una festa di quartiere. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Una casa in vendita nel quartiere di Chicharrón. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Una serata di ballo in una strada di Santiago. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Un uomo prepara una festa di quartiere. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)
Un uomo passeggia tra le strade di Santiago. (Ramon Espinosa, Ap/Ansa)

L’altro lato di Cuba

Lontano dal boom turistico dell’Avana, gli abitanti della parte orientale di Cuba continuano a combattere con un’economia traballante. A Santiago alcuni privati hanno aperto nuove attività grazie alle riforme economiche degli ultimi anni, ma i turisti e i ricchi statunitensi di origine cubana, i cui soldi hanno aiutato la nascita di una classe media nell’isola, non arrivano fin qui.

Dall’Avana è più facile raggiungere Miami che Santiago, collegata alla capitale solo con due voli al giorno e con alcuni treni lenti e che non sempre arrivano a destinazione. Qui i mezzi di trasporto più diffusi sono i carri trainati da cavalli e le biciclette, avere un cellulare è un lusso e internet è disponibile solo in pochi posti. La popolazione non può contare sulle rimesse dall’estero e quindi aumenta il numero delle persone che migra verso la capitale.

Eppure la parte orientale di Cuba si vanta di essere la culla della rivoluzione, dalla guerra d’indipendenza dalla Spagna all’attacco alla Moncada da parte di Fidel Castro. Anche il passaggio dell’uragano Sandy, due anni e mezzo fa, ha lasciato un’eredità difficile.

Le foto sono state scattate nel marzo del 2015.

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