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Catherine Amidu, 12 anni, in un campo di grano a Nkole, nel distretto di Machinga. (Gianluigi Guercia, Afp)
Un bambino con i genitori. (Gianluigi Guercia, Afp)
Dorothy Mausen, 22 anni, sbuccia delle pannocchie a casa. (Gianluigi Guercia, Afp)
Femia Tchulani, 42 anni, con il figlio. (Gianluigi Guercia, Afp)
Mariam Witness , capo del villaggio di Kalambo, vicino a una tomba profanata in cui era sepolta una persona albina. (Gianluigi Guercia, Afp)
Catherine Amidu, 22 anni, in casa. (Gianluigi Guercia, Afp)
Mainasi Issa, 23 anni, con la figlia Djiamila Jafali davanti alla capanna in cui vivono. (Gianluigi Guercia, Afp)

I fantasmi albini del Malawi

In Africa orientale cresce il fenomeno delle violenze contro gli albini. Questo tipo di condizione genetica, la cui caratteristica principale è l’assenza o la scarsità di melanina, colpisce ventimila persone in tutto il mondo, ed è concentrato nell’Africa subsahariana.

Le violenze nei confronti degli albini nascono dalla consuetudine dei guaritori tradizionali di usare i loro organi per realizzare delle pozioni e dei portafortuna: per averli, molti sono disposti a pagare fino a 75mila dollari. In Malawi, dal dicembre del 2014, sono stati uccisi sei albini. Le Nazioni Unite hanno esortato i governi africani a combattere l’impunità nei confronti dei responsabili delle violenze verso gli albini. Le autorità malawiane hanno dato ordine alla polizia di uccidere i responsabili, ma secondo le associazioni in difesa dei diritti degli albini la misura è inutile.

Il fotografo dell’Afp Gianluigi Guercia ha documentato la vita quotidiana degli albini di Nkole, nel distretto di Machinga, tra il 17 e il 18 aprile 2015.

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