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Dalla serie <em>Home works</em>. (Joakim Eskildsen)
Poverello house, California. Dalla serie <em>American realities</em>. (Joakim Eskildsen)
Dalla serie <em>Cuba</em>. (Joakim Eskildsen)
Madai Nunez e Amy, dalla serie <em>American realities</em>. (Joakim Eskildsen)
Eric Ramirez, dalla serie <em>American realities</em>. (Joakim Eskildsen)
Dalla serie <em>The roma journeys</em>. (Joakim Eskildsen)
Dalla serie <em>Home works</em>. (Joakim Eskildsen)
Dalla serie <em>The roma journeys</em>. (Joakim Eskildsen)

Piccoli momenti magici

La Royal library di Copenaghen presenta A world I can believe in, la prima mostra dedicata a quattro dei progetti più conosciuti e premiati del fotografo danese Joakim Eskildsen, realizzati dal 1989. “Per me è fondamentale credere in un mondo migliore. Ci sono così tanti problemi – la povertà, le malattie, l’inquinamento – che essere ottimisti richiede disciplina. Ho cercato di raccogliere delle immagini che mi danno speranza, piccoli momenti magici”, ha spiegato il fotografo a proposito della mostra.

American realities è un lavoro commissionato dalla rivista Time nel 2011, per il quale Eskildsen ha documentato le conseguenze della crisi economica negli Stati Uniti che, in quell’anno, affliggeva oltre 46 milioni di statunitensi, viaggiando per sette mesi nei cinque stati di New York, California, Louisiana, South Dakota e Georgia.

The roma journeys, del 2007, è dedicato al viaggio intrapreso con la poetessa e giornalista svedese Cia Rinn e durato sei anni, nella cultura delle comunità rom in sette paesi tra cui l’Ungheria, la Grecia, l’India e la Francia.

Home works esplora le diverse case in cui il fotografo ha vissuto con la sua famiglia negli ultimi sette anni.

E infine il progetto Cuba per il quale Eskildsen ha viaggiato in macchina per oltre duemila chilometri a est dell’Avana, per conoscere e raccontare le zone più povere del paese, molto diverse dal clima cosmopolita della capitale.

La mostra sarà aperta fino al 31 gennaio 2016.

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