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Awin Adil Barkhy si allena nell’unica palestra al coperto di Sulaimaniya, in Iraq, il 23 febbraio. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Alcune ragazze della squadra femminile di basket dell’Università americana in Iraq si scattano delle foto a Erbil, il 13 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Un’atleta viene aiutata dopo un infortunio durante gli allenamenti a Sulaimaniya, il 5 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Allenamenti a Sulaimaniya, il 26 febbraio. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Arbitri e allenatori controllano i risultati di una partita a Erbil, il 13 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Solin Salahalddin, a destra, cena con la famiglia a Sulaimaniya, il 19 febbraio. Solin fa parte della squadra femminile di basket dell’Università americana in Iraq. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Beyan Salah Taher si allena a Sulaimaniya, il 5 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
La squadra in autobus per raggiungere Erbil dove giocherà la prima partita della stagione, il 13 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)
Beyan Salah Taher nella palestra di Sulaimaniya, il 13 marzo. (Erin Trieb, The New York Times/Contrasto)

Sulla linea del campo

L’avanzata dei miliziani del gruppo Stato islamico in Iraq ha causato molti sconvolgimenti nella regione autonoma del Kurdistan. Il futuro è sempre più incerto, con migliaia di uomini e donne in prima linea nella guerra contro i jihadisti e i dipendenti pubblici che non ricevono lo stipendio da mesi.

Eppure a Sulaimaniya, una città di 1,5 milioni di abitanti vicina al confine con l’Iran, ogni giorno un gruppo di ragazze sfida la guerra che si combatte a pochi chilometri da casa.

Presso l’Università americana dell’Iraq si allena dal 2008 una squadra femminile di basket, che è l’attività sportiva più longeva dell’ateneo. Guidate da un istruttore statunitense, le ragazze fanno pratica ogni giorno nonostante i pregiudizi che vorrebbero le donne irachene estranee all’attività sportiva.

La fotografa del New York Times Erin Trieb ha seguito la squadra tra Sulaimaniya ed Erbil, dal 23 febbraio al 13 marzo 2015.

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