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Veduta notturna dei Fori imperiali, 1865. (Gioacchino Altobelli, Fondo Altobelli/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
La denuncia segreta, 1880. (V. Giacomelli, Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Terremoto di Messina, 1908. (Wilhelm von Gloeden, Archivio von Gloeden/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
I misteri: sant’Antonio abate, 1874. (Antonio Trombetta, Archivio Trombetta/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Cascata delle Marmore a Terni, 1865. (Gioacchino Altobelli, Fondo Altobelli/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Io+gatto, 1932. (Wanda Wulz, Archivio Wulz/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Firenze, 1938. (Vincenzo Balocchi, Archivio Balocchi/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Capo Sant’Andrea, Taormina, 1890. (Giovanni Crupi, Fondo Crupi/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Donna con capitello, 1936-40. (Carlo Mollino, Fondo Mollino/Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)
Contadina romana, 1875. (F. Belli, Museo di storia della fotografia fratelli Alinari)

Una storia della fotografia italiana

Una storia della fotografia italiana 1841-1941 è un viaggio estetico e storico nel nostro paese attraverso più di duecento opere. L’archivio Alinari celebra la sua collezione con una mostra a Torino che traccia l’evoluzione dell’arte fotografica in Italia, dalla realizzazione dei primi dagherrotipi fino al neorealismo del secondo dopoguerra.

L’invenzione della fotografia è attribuita ufficialmente a Louis Daguerre e datata 1839. Dalla Francia, la nuova arte raggiunge presto il confine e viene diffusa con le opere e gli studi di Giovanni Battista Amici e Alessandro Duroni. Nella mostra trovano spazio anche gli artisti stranieri che in Italia continuano la tradizione del grand tour e che affrontano il paesaggio lasciando da parte tele e pennelli, preferendo le macchine fotografiche. Il novecento è raccontato attraverso la ricerca d’avanguardia con i pittorialisti (Guido Rey, Domenico Riccardo Peretti Griva) e i futuristi (Wanda Wulz, Mario Castagneri) fino alla seconda guerra mondiale, dove tra le rovine del paese nasce il neorealismo.

La mostra si svolge nella sala Ipogea dell’Archivio di stato a Torino, fino al 26 luglio 2015.

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