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Biancaneve, 2008. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
La bella e la bestia, 2009. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
Jasmine, 2009. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
La sirenetta, 2008. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
Pocahontas, 2008. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
Cenerentola, 2007. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
La principessa sul pisello, 2009. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
Cappuccetto rosso, 2008. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)
La bella addormentata nel bosco, 2008. (Dina Goldstein, Courtesy of Opiom gallery)

E non vissero felici e contente

L’artista canadese Dina Goldstein è conosciuta per lo sguardo divertito e disincantato con cui racconta la società contemporanea prendendo in prestito storie famose della cultura occidentale e trasformandole in scene grottesche.

Fallen princesses propone una versione contemporanea delle eroine delle favole più conosciute. All’interno di scenografie studiate, Goldstein inserisce elementi facilmente riconducibili alle protagoniste accanto a elementi nuovi e provocatori, con l’obiettivo di far riflettere lo spettatore sui valori e le ideologie che esse trasmettono.

Partendo dai finali delle favole che tutti conoscono Goldstein costruisce un’alternativa pessimista dalle sfumature che variano dalla solitudine all’obesità, dalla malattia all’alcolismo. Biancaneve, per esempio, diventa una casalinga e madre di quattro figli che vive in un appartamento arredato in stile anni cinquanta. Il suo viso è disincantato e il suo principe azzurro invece della spada e del cavallo beve una birra in poltrona mentre guarda la televisione.

“Uso la fotografia come uno strumento per creare reazioni come la sorpresa, la collera o l’empatia, e per sollevare interrogativi sulla condizione umana. La serie Fallen princesses è nata quando ho perso mia madre. Quell’evento ha suscitato in me un rifiuto dei finali delle storie che mi raccontavano da bambina”, racconta Goldstein.

La mostra Fallen princesses sarà ospitata fino al 27 agosto 2015 allaOpiom gallerydi Opio, nel sud della Francia.

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