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Un bar di Pigalle, Parigi, 1938. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Il pittore russo Samuel Granowski, La Rotonde, Parigi, 1930. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
La Coupole di notte, Montparnasse, Parigi, 1935-1939. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Nudo che sale le scale, Académie de la Grande Chaumière, Parigi, 1950-1951. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Carbonaio, Boulevard Saint-Jacques , Parigi anni quaranta. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Dipartimento di scultura, scuola di Belle Arti, Parigi, 1939. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Scenografie di Alexandre Trauner per il film Les portes de la nuit di Marcel Carné, Parigi, 1946. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Anton Prinner nel suo studio in Pernety street posa accanto alla sua scultura Donna con le orecchie grandi, Parigi, 1946. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Anouk Aimée e il suo gatto Tulipe sul set del film La fleur de l’âge di Marcel Carné, Belle-Île-en-Mer, 1947. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Marcel Carné e Jacques Prévert durante le riprese del film La fleur de l’âge, Belle-Île-en-Mer, 1947. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)
Le Ponton, night-club di Montparnasse con Harry Cooper e i Rythm Aces, Parigi, 1934. (Émile Savitry, Courtesy Sophie Malexis)

Parigi nel cuore

È nel cuore di Montparnasse, a Parigi, crocevia e punto d’incontro di intellettuali di tutto il mondo, che Émile Savitry (presudonimo di Émile Dupont) comincia la sua carriera di pittore, sviluppa quella di fotografo e frequenta alcune delle personalità più brillanti del ventesimo secolo.

Il museo Géo-Charles di Échirolles, in Francia, ospita Émile Savitry (1903-1967), un photographe de Montparnasse, dedicata al lavoro dell’artista e al suo legame con la capitale francese a cavallo tra gli anni trenta e cinquanta.

L’opera di Savitry si concentra sul fermento artistico e sociale, e sull’atmosfera fumosa dei caffè del carrefour Vavin, centro pulsante del quartiere. Nelle sue immagini scorrono gli abitanti di Pigalle, le serate a ritmo di jazz nelle cantine di Saint-Germain-des-Près, le vie della capitale usate nei film in bianco e nero di Marcel Carné e Jacques Prévert, che Savitry accompagnò durante le riprese. E ancora Alberto Giacometti, Victor Brauner, Anton Prinner, fotografati nei loro atelier, ma anche Pablo Neruda e Paul Grimault di ritorno dalla guerra di Spagna, che Savitry seguì come reporter.

L’allestimento ricostruisce quell’atmosfera di Parigi, osservata attraverso la lente di un realismo poetico che Savitry condivide con Brassaï, Willy Ronis e Robert Doisneau.

La mostra sarà aperta fino al 20 dicembre 2015.

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