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Rondonópolis, Brasile, aprile 2012. Eddi Valdo è un contadino che fa parte di Terra forte, un collettivo di sette contadini che coltivano prodotti diversi, condividendo la terra. Dopo anni di battaglie, il governo gli ha concesso la proprietà undici anni fa. (Pietro Paolini, TerraProject)
Angélica, Brasile, aprile 2012. Macchinari dell’azienda Adecoagro per la raccolta della canna da zucchero. L’azienda produce zucchero e alcol ed è controllata da investitori argentini e statunitensi. È una delle aziende leader nella produzione di cibo ed energia rinnovabile in Sudamerica. (Pietro Paolini, TerraProject)
L’evento AGRAme a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dedicato all’agricoltura, marzo 2013. (Michele Borzoni, TerraProject)
Lucas Verde do Rio, Brasile, 2012. La città è uno dei centri più importanti nella produzione di soia e mais del Mato Grosso. (Pietro Paolini, TerraProject)
Un operaio della Jittu Otrhicolture International ad Auasa, in Etiopia, marzo 2012. L’azienda usa prodotti chimici per coltivare ed esporta fiori, frutta e verdura soprattutto in Medio Oriente e nel Regno Unito. (Michele Borzoni, TerraProject)
Un deposito nel porto di Manila, nelle Filippine, aprile 2012. (Rocco Rorandelli, TerraProject)
Una famiglia di contadini nel distretto di Lhosy, nella regione di Lhorombe, in Madagascar, marzo 2013. L’azienda italiana Tozzi sta sviluppando nella zona un progetto per la coltivazione di jatropha su seimila ettari di campi. (Simone Donati, TerraProject)
Perejaslav-Chmelnyckyj, nella regione di Kiev, in Ucraina, luglio 2012. Sergey Slusarev lavora nella fattoria NIVA Pereyaslavschiny, dove si producono grano, soia, orzo e semi di girasole. (Simone Donati, TerraProject)
Addis Abeba, Etiopia, 2012. Ram Karuturi e Birinder Singh sono degli investitori indiani che lavorano in Etiopia. (Michele Borzoni, TerraProject)
Manila, Filippine, aprile 2012. Billy Waliajera è il supervisore del deposito Visayas, un sito governativo dove vengono conservati circa 45mila tonnellate di riso da distribuire alla popolazione in caso di calamità o per la vendita a prezzi agevolati alle famiglie più povere. (Rocco Rorandelli, TerraProject)

Questa terra è mia

Land Inc. è un viaggio di TerraProject attraverso Brasile, Dubai, Etiopia, Indonesia, Madagascar, Filippine e Ucraina per documentare quella che alcuni definiscono una nuova forma di neocolonialismo mentre altri la ritengono una possibilità di sviluppo: il land grabbing, l’accaparramento delle terre.

Ecco in cosa consiste. Alcuni paesi che hanno bisogno di importazioni per soddisfare la domanda alimentare interna, hanno cominciato a comprare o affittare terreni fertili in altre nazioni per produrre alimenti da esportare nei propri mercati. Parallelamente per alcuni investitori privati la produzione di biocarburanti e l’agricoltura di stampo industriale è una fiorente fonte di profitto e quindi anche loro hanno bisogno di terreni.

Questa corsa per le terre fertili ha avuto una serie di ripercussioni nei paesi interessati. Indigeni e contadini sono stati allontanati con la forza dalle loro terre, perdendo l’accesso alla loro unica fonte di sostentamento. I latifondi monocolturali hanno cominciato a sostituire le piccole produzioni agricole, riducendo la biodiversità delle piante coltivate localmente. E a causa dell’espansione del mercato dei biocarburanti, terra e acqua vengono sfruttati per coltivazioni non alimentari. In molti casi, questo fenomeno ha un notevole impatto ambientale, causando deforestazione, inquinamento e la perdita di controllo delle risorse idriche.

Il progetto Land Inc. fa parte della rassegna Hungry eyes, realizzata dal festival internazionale di fotografia Cortona on the move e da StudioMetria e sarà in mostra nella galleria Area 35 di Milano fino al 1 settembre 2015.

TerraProject è un collettivo di fotografia documentaria fondato nel 2006. Ne fanno parte Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini e Rocco Rorandelli.

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